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glI UltImI<br />
SaRanno I PRImI<br />
Sette agoSto, la maddalena<br />
In quel limpido abbraccio*<br />
di marina Corradi<br />
66 | 5 settembre 2012 | |<br />
Sette agosto, La MaddaLena. Quando venendo da Caprera la strada panoramica<br />
svolta e sulla destra ti si apre davanti Cala Spalmatore, è un urto al cuore<br />
<strong>il</strong> colore dell’acqua. Nell’ora più torrida dell’agosto, l’incanto di questo specchio<br />
chiaro. Turchese o, in alcuni punti, verde smeraldo; e trasparente come un cristallo,<br />
così che le rocce sul fondo ti pare di poterle toccare. Sei costretto a fermarti,<br />
come se avendo fissato quello specchio ne fossi stato ammaliato. Il sole è altissimo,<br />
e anche l’aria scotta; l’asfalto è molle, la sabbia scricchiola secca sotto ai tuoi passi.<br />
Tutto è rovente, infuocato nel gran sole del sette di agosto, alla Maddalena; ma<br />
questo golfo è così calmo e limpido, e l’acqua così fresca. Sembra fatto per dare agli<br />
uomini sollievo e pace, nella grande arsura.<br />
E se ti sei fermato a guardarlo, non ti basta. Quell’acqua la vuoi toccare, ti ci<br />
vuoi buttare dentro; e immagini addirittura di poterla bere, con <strong>il</strong> suo colore di<br />
granita di menta. O almeno vorresti poterla stampare nei tuoi occhi e portartela<br />
via, a casa (fra appena due mesi, nell’ottobre<br />
padano, al ricordo di questo mare ti parrà di<br />
aver sognato). E incroci altri come te, di passaggio,<br />
stranieri, venuti da lontano, che accostano<br />
l’auto e si fermano, e scendono a guardare.<br />
Zitti, quasi travolti da una insostenib<strong>il</strong>e bellezza<br />
che rende inut<strong>il</strong>i le nostre consuete parole.<br />
Sette di agosto, La Maddalena, Cala Spalmatore.<br />
Il vertice dell’estate è in quest’aria che brucia sulla pelle; è nel sole a picco<br />
che alle due del pomeriggio cola nelle più sott<strong>il</strong>i fessure degli scogli e ne evapora<br />
l’acqua, lasciando solo <strong>il</strong> sale. È in questa luce trionfante che sembra dire: mai più<br />
l’inverno, <strong>il</strong> freddo e la morte. Su questa piccola isola nel Mediterraneo l’estate ha<br />
vinto per sempre – qui, in questa enclave color smeraldo e oro.<br />
E poi tornando verso casa, ancora l’acqua di cristallo ti si allarga nel ricordo;<br />
bellissima, sì, ma non solo. Qualcosa di più forte, di più profondo è nascosto nella<br />
trasparenza di quella cala; in quel seno come un grembo, innocente, in pace. Quasi<br />
un segno misteriosamente posto sulla strada della tua estate, che in s<strong>il</strong>enzio domanda:<br />
vuoi tu riconoscermi?<br />
E pensi che forse un giorno, da vecchia, questo golfo della<br />
Maddalena lo rivedrai, in un sogno. E sarà ancora così chiaro<br />
e fresco. E nel sogno vorrai ancora buttartici dentro; e ti<br />
accoglierà allora, quell’acqua, come in un abbraccio. Dissetato<br />
per sempre, in pace come un bambino che si addormenta<br />
in braccio a sua madre – e non teme più niente.<br />
Qualcosa di più profondo è nascosto<br />
nella trasparenza di quella cala. Quasi<br />
un segno misteriosamente posto sulla<br />
strada della tua estate, che in s<strong>il</strong>enzio<br />
domanda: vuoi tu riconoscermi?<br />
*Non sappiamo se l’errore sia incorso sotto <strong>il</strong> sole di Caligola,<br />
Nerone o Lucifero, fatto sta che, nelle more delle ondate di caldo<br />
agostano, nell’ultimo numero di <strong>Tempi</strong> abbiamo ripubblicato<br />
un frammento di Diario già edito invece che un inedito<br />
di Marina Corradi. Ce ne scusiamo con l’autrice e con i lettori<br />
(ma non con la Provvidenza che ci ha voluto rammentare<br />
la bellezza, in any sense, che conduce <strong>il</strong> mondo).<br />
dIaRIo