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Foto: AP/LaPresse<br />

(della glasnost), e soprattutto le porcherie<br />

dei governi, degli eserciti, delle multinazionali,<br />

della banche. Conta migliaia di<br />

collaboratori. Coi suoi pirati informatici<br />

ha violato siti che si credevano inviolab<strong>il</strong>i,<br />

rivelato conversazioni e manovre spesso<br />

più suggestive o gossippare che oscure.<br />

Ed è per questa ragione che Barack Obama<br />

(guarda un po’, un altro Nobel per la<br />

pace) vorrebbe Assange negli Stati Uniti,<br />

e processarlo per spionaggio (guarda un<br />

po’, come Rust). E lo spionaggio, negli Stati<br />

Uniti, comporta come pena massima la<br />

pena di morte.<br />

C’è stato un tempo – nemmeno tanto<br />

lontano, diciamo fino a quindici o ven-<br />

LA CACCIA<br />

I cronisti à la Assange non reclamano più<br />

la libertà di infrangere una legge (e di essere<br />

eventualmente puniti) in nome di un ideale.<br />

Pretendono di estendere l’ideale all’universo<br />

LE ACCUSE SVEDESI<br />

A processo per reati sessuali<br />

Julian Assange è stato incriminato<br />

in Svezia per reati sessuali,<br />

ma si rifiuta di consegnarsi<br />

alla giustizia scandinava nel<br />

timore di essere estradato da<br />

Stoccolma negli Stati Uniti, dove<br />

potrebbe essere processato per<br />

spionaggio (reato punib<strong>il</strong>e in<br />

America con la pena capitale).<br />

IL RIFUGIO DIPLOMATICO<br />

«Obama rinunci a catturarmi»<br />

Per evitare l’estradizione in<br />

Svezia, due mesi fa <strong>il</strong> fondatore<br />

di Wik<strong>il</strong>eaks si è rifugiato<br />

nell’ambasciata dell’Ecuador a<br />

Londra. Il 19 agosto ha pronunciato<br />

dal balcone un discorso<br />

urbi et orbi: «Gli Stati Uniti non<br />

devono perseguirmi, non devono<br />

perseguire la democrazia».<br />

ti anni fa, quando i formidab<strong>il</strong>i strumenti<br />

con cui si lavora oggi non esistevano –<br />

in cui i giornalisti sapevano perfettamente<br />

quali frontiere non erano oltrepassab<strong>il</strong>i.<br />

Ma proprio come Rust e come Assange<br />

non sognavano altro che <strong>il</strong> momento<br />

di oltrepassarle. Soltanto che l’occasione<br />

non era così frequente. Si girava<br />

con un taccuino. Forse un registratore.<br />

I documenti si doveva andarli a prendere<br />

a mano, farne fotocopie oppure riceverli<br />

con <strong>il</strong> fax, con tutti i rischi che dunque<br />

si correvano. Trovare una fonte così<br />

coraggiosa – e che magari si sentisse eroicamente<br />

nel pieno di un Watergate –<br />

non era tanto fac<strong>il</strong>e. Però talvolta capitava.<br />

Di rado, ma capitava. E in quel preciso<br />

istante, qualsiasi giornalista era pronto<br />

a subirne le conseguenze, perché tutti<br />

i giornalisti sanno che le frontiere esistono<br />

per niente altro che per essere attraversate<br />

in nome (naturalmente e molto<br />

pomposamente) della liber-<br />

tà. Pubblicare una notizia<br />

non pubblicab<strong>il</strong>e era motivo<br />

di vanto, e di ammirazione<br />

da parte dei colleghi.<br />

Certo, si finiva davanti al<br />

| | 5 settembre 2012 | 31

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