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ze” che tali poi di fatto probab<strong>il</strong>mente<br />

nemmeno sono. In questo come in altri<br />

casi di banche popolari, certe inchieste<br />

della magistratura di cui nessuno<br />

parla né sa, con accuse m<strong>il</strong>le volte ben<br />

più gravi di quelle mosse ai dirigenti di<br />

Bpm di ieri e di oggi, se propagandate<br />

adeguatamente avrebbero fatto crollare<br />

tutto. Forse allora non è l’attacco<br />

a un principio che dovrebbe inquietare,<br />

quanto <strong>il</strong> fatto che in certi ambienti,<br />

in certe regioni, quello stesso principio<br />

può essere diventato da molto tempo<br />

lettera morta, pur nel rispetto dei crismi<br />

della “democrazia economica”. No<br />

direttore, non sono i princìpi a fare la<br />

realtà e gli uomini, ma viceversa. E in<br />

certe regioni c’è un bisogno disperato<br />

dei secondi, non dei primi.<br />

Giovanni Battista Bar<strong>il</strong>là via internet<br />

Nelle cosiddette regioni “rosse” vigono<br />

una catena di comando e<br />

un’opacità di sistema molto ben<br />

protette dal “regime” dell’informazione.<br />

La soluzione, però, non sono<br />

le procure mediatizzate, ché, invece,<br />

sono parte del problema. La soluzione<br />

sono uomini e donne vivi in una<br />

cornice politica di libertà di associazione<br />

e di educazione. Cose che accadono<br />

in Lombardia e perciò, pensano<br />

i “sistemici” di regime e “de<br />

sinistra”, è anomalia da cancellare.<br />

2<br />

Carissimi amici di <strong>Tempi</strong>, quest’anno<br />

ho voluto venire ad incontrarvi al Meeting<br />

e comunicare di persona che essendo<br />

stata licenziata non riuscirò<br />

più a sostenere la rivista. L’anno scorso<br />

ero in cassa integrazione e anche<br />

se a fatica avevo cercato di rinnovare<br />

redazione@tempi.it<br />

BEATI I CATTOLICI<br />

Per una Madre come la nostra<br />

le feste non sono mai abbastanza<br />

di Pippo Corigliano<br />

CARTOLINA<br />

DAL<br />

PARADISO<br />

ugualmente l’abbonamento. Quest’anno<br />

la situazione non me lo consente<br />

più: son tornata definitivamente a stare<br />

dai genitori ultrasettantacinquenni<br />

(e per ora vivo sulle loro spalle). Mi dispiace<br />

dover “rinunciare” a <strong>Tempi</strong> perché<br />

mi accorgo che in questo momento<br />

di difficoltà c’è più che mai bisogno<br />

di un aiuto ad entrare dentro i fatti e a<br />

far emergere la realtà con un giudizio<br />

certo, chiaro, semplice e sereno! Per<br />

Agosto è andato via portando con sé <strong>il</strong> sapore della festa dell’Assunta.<br />

Come per tutte le feste della Madonna mi rimane la sensazione<br />

di non averla festeggiata abbastanza, ma l’importante<br />

è che resti qualcosa che rinnovi la mia devozione. In questo periodo<br />

mi è chiara la considerazione di Maria come fonte della serenità. È giusto<br />

che vi siano rappresentazioni della Madonna addolorata, mentre<br />

mi pare ridicolo e impossib<strong>il</strong>e che ci sia una statua o un quadro della<br />

Madonna arrabbiata, amareggiata, indispettita. Guardare le vicende<br />

della vita come avrebbe fatto Maria mi è d’aiuto. Ultimamente quando<br />

avverto confusione o preoccupazione dentro di me chiamo interiormente:<br />

Maria! E mi pare che l’orizzonte si semplifichi e che si rinnovi<br />

lo spirito di servizio. La virtù della contentezza non è contemplata tra<br />

le virtù cardinali e tanto meno in quelle teologali ma le presuppone.<br />

Per essere contenti occorre essere um<strong>il</strong>i. L’orgoglioso non è mai contento<br />

perché pensa di non aver ricevuto <strong>il</strong> giusto per <strong>il</strong> suo gran valore.<br />

Invece Maria accetta tutto e “medita nel suo cuore”. Anche in questo<br />

è maestra. Abitualmente dedico un certo tempo all’orazione mentale,<br />

ma sento che anche per <strong>il</strong> resto della giornata devo meditare nel mio<br />

cuore e dare una prospettiva divina alle cose che sto facendo. Come siamo<br />

fortunati noi cattolici! Siamo sempre in famiglia: Dio lo chiamiamo<br />

Padre, Gesù amico e fratello, lo Spirito Santo l’intimo del mio intimo<br />

e Maria madre mia, tanto più accogliente quanto più sono piccolo.<br />

questo mi ha fatto veramente molto<br />

piacere la vostra proposta di ricevere<br />

ugualmente la rivista online. Così<br />

continuerò a seguirvi… e a leggere le<br />

lettere di Antonio Simone (che vorrei<br />

abbracciare: quello che mi sta testimoniando<br />

lì dal carcere è incredib<strong>il</strong>e!).<br />

M. V. Rovigo<br />

Non estendiamo le iniziali di una<br />

gran donna che conosciamo. Grazie.<br />

sulti, cattiverie. Tutti contro tutti e mai nessuno che<br />

ammetta che l’altro abbia una qualche ragione. È questo<br />

che mi deprime del calcio italiano, al di là della<br />

mediocrità complessiva, dell’assenza di campioni dalla<br />

forte attrattiva, degli stadi scomodi, della preponderanza<br />

arrogante della tv.<br />

No, anche se facessero degli stadi come salotti, anche<br />

se abolissimo la tv, anche se togliessimo i tornelli,<br />

saremmo sempre noi a frequentare questi posti, saremmo<br />

sempre noi a guardarci in cagnesco, saremmo<br />

sempre noi, la compagnia triste che mastica calcio<br />

e sputa sentenze convinta di avere la verità in tasca.<br />

Quando vado in pensione non mi beccate più.<br />

| | 5 settembre 2012 | 63

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