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ESTERI<br />
Un Cord<strong>il</strong>eone<br />
nella tana<br />
dei liberal<br />
Nel 2008 promosse <strong>il</strong> referendum contro le nozze<br />
gay in California. Ora tocca a lui guidare la diocesi<br />
di San Francisco, capitale mondiale della religione<br />
progressista. Così un cattolico di ferro si prepara a<br />
gettarsi nel cuore della guerra culturale americana<br />
definita «<strong>il</strong> “ground zero” della<br />
guerra culturale americana» e<br />
L’hanno<br />
«la peggiore destinazione possib<strong>il</strong>e»<br />
per un vescovo cattolico: San Francisco<br />
è la capitale mondiale del movimento<br />
Lgbt, e per “San Francisco values” gli<br />
americani intendono non solo la tendenza<br />
al riconoscimento legale di matrimoni<br />
fra persone dello stesso sesso, ma anche le<br />
politiche per la legalizzazione della marijuana,<br />
le legislazioni abortiste più spinte,<br />
la tolleranza del nudismo in pubblico,<br />
eccetera. Promuovere a capo della locale<br />
arcidiocesi un vescovo come Salvatore<br />
Cord<strong>il</strong>eone può significare solo due cose:<br />
o una provocazione e una reazione alle<br />
decisioni sgradevoli che l’amministrazione<br />
Obama ha preso in questo anno di elezioni<br />
presidenziali, o un segnale che dice<br />
che la Chiesa non ha timidezze né complessi<br />
di inferiorità verso la cultura liberal<br />
nella sua versione più radicale. Cord<strong>il</strong>eone,<br />
infatti, è presidente della sottocommissione<br />
per la Promozione e la Difesa del<br />
matrimonio della Conferenza episcopale<br />
americana ed è stato co-promotore del<br />
referendum che nel 2008 introdusse nella<br />
costituzione della California la proibizione<br />
dei matrimoni fra persone dello stesso<br />
sesso. In una trasmissione radiofonica definì<br />
lo stravolgimento del matrimonio tradizionale<br />
«un complotto del diavolo» e finan-<br />
24 | 5 settembre 2012 | |<br />
LA CHIESA IN CAMPO/2<br />
ziò a titolo personale la campagna referendaria<br />
con una donazione di 6 m<strong>il</strong>a dollari.<br />
Ma oltre che persona decisa e ferma nella<br />
fede, Cord<strong>il</strong>eone è persona serena e disponib<strong>il</strong>e.<br />
Come dimostra questa intervista.<br />
Da vescovo di Oakland ad arcivescovo<br />
di San Francisco a partire dal prossimo<br />
4 ottobre. Monsignor Cord<strong>il</strong>eone, non<br />
si sentirà un po’ isolato nella sua nuova<br />
destinazione episcopale?<br />
Perché mai? Certamente San Francisco<br />
è l’avanguardia dei movimenti della cosiddetta<br />
“guerra culturale”. Però c’è anche<br />
tanta brava gente, molto cattolica, impe-<br />
gnata per la missione della Chiesa. Ci sono<br />
risorse spirituali da valorizzare.<br />
Lei è conosciuto per aver sostenuto la<br />
“proposition 8”, l’iniziativa referendaria<br />
che ha messo al bando i matrimoni omosessuali<br />
in California, ma San Francisco<br />
è la città che più di tutte votò contro<br />
la riforma costituzionale: 75 per cento<br />
di “no”. Come si rapporterà con questa<br />
maggioranza che dissente da lei?<br />
Bisogna sempre trattare gli altri con<br />
rispetto. Ho già ricevuto inviti al dialogo,<br />
sono interessato a capire bene questi interlocutori.<br />
Ma quella che riguarda <strong>il</strong> matrimonio<br />
è una verità di natura, non la possiamo<br />
cambiare. Poi è importante educare<br />
la nostra gente circa <strong>il</strong> matrimonio come<br />
bene pubblico, perché <strong>il</strong> matrimonio ha<br />
importanza per la società. Come vescovo<br />
cercherò di collaborare coi non cattolici<br />
sui valori che abbiamo in comune, di<br />
approfondire la comprensione della gente<br />
e della cultura intorno a me e di formare<br />
la nostra gente nella fede.<br />
Secondo vari sondaggi anche la maggioranza<br />
dei cattolici americani risulterebbe<br />
favorevole al riconoscimento di matrimoni<br />
fra persone dello stesso sesso.<br />
Che ne pensa? Dovrà rimettere in riga i<br />
cattolici prima di occuparsi degli altri?<br />
Quella è certamente la prima delle<br />
priorità, ma bisogna anche capire di quali