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Foto: AP/LaPresse, Infophoto<br />

che si voleva chiudere per sentenza come<br />

quando premi <strong>il</strong> dito sull’interruttore. Con<br />

un “clic” spegni tutto.<br />

Già Italsider, la storia dell’acciaieria di<br />

Stato ceduta alla famiglia Riva è una delle<br />

tragicommedie che mettono <strong>il</strong> sig<strong>il</strong>lo allo<br />

sbando causato alla vita di un paese dalla<br />

guerra per bande che ha azzerato la politica,<br />

messo l’una contro l’altra le istituzioni,<br />

ingarbugliato perfino la percezione<br />

della portata del problema. Fosse un<br />

caso mediatico-giudiziario qualunque, si<br />

potrebbe capire forse perché, nel giorno<br />

in cui Mario Monti inviava a Taranto<br />

i ministri Passera e Clini perché l’Ilva<br />

rischiava sul serio di chiudere per sempre<br />

lasciando a casa 30 m<strong>il</strong>a operai d’un botto<br />

e altrettanti di indotto, bè, quel giorno<br />

<strong>il</strong> procuratore capo che aveva controfirmato<br />

sequestro e blocco della produzione<br />

La U<strong>il</strong>m contro le “sigle caserecce”:<br />

«Si può conc<strong>il</strong>iare <strong>il</strong> lavoro con la salute»<br />

Antonio Talò è <strong>il</strong> segretario del maggiore sindacato all’interno delle<br />

acciaierie: la U<strong>il</strong>m che conta all’Ilva 3.400 iscritti (le altre sigle, tutte insieme, ne<br />

raccolgono 2.300): «Speriamo che la magistratura, dopo i progetti messi in campo,<br />

possa fare un passo indietro». Talò ha concesso a tempi.it un’intervista – sul<br />

nostro sito la trovate integrale – in cui racconta di essere un lavoratore dell’Ilva<br />

«da 40 anni, e non ho mai visto lo Stato intervenire come ora. Forse è finalmente<br />

possib<strong>il</strong>e conc<strong>il</strong>iare le esigenze del lavoro con quelle della salute». Ottimismo motivato<br />

dal fatto che, sebbene circoli ancora una certa ansia, «per lo meno abbiamo<br />

la certezza che <strong>il</strong> posto di lavoro non si perderà e che verranno eseguite le bonifiche».<br />

Talò se la prende con quelle sigle “caserecce”, formate da professionisti della<br />

protesta e non da cittadini, che si sono dimostrate fieramente contrarie a qualsiasi<br />

tipo di compromesso. Mentre si rammarica di non aver potuto ancora incontrare<br />

quelle associazioni che raccolgono i parenti delle vittime: «Si tratta di persone che<br />

vivono o hanno vissuto drammi. Non ci hanno voluti incontrare: eppure anche tra<br />

di noi ci sono stati malati. Ma sono quelli colpiti dell’inquinamento di ieri, vittime<br />

dell’amianto e della vecchia situazione che oggi è diversa. Oggi, piuttosto, dobbiamo<br />

evitare i malati di domani. È un rischio che non possiamo più correre».<br />

L’arcivescovo di Taranto F<strong>il</strong>ippo Santoro con <strong>il</strong> ministro dell’Ambiente Corrado<br />

Clini al Meeting di Rimini. Per la messa in sicurezza degli impianti dell’Ilva <strong>il</strong><br />

governo ha sbloccato 336 m<strong>il</strong>ioni di euro, l’azienda è pronta a impiegarne 146<br />

se ne stava a Soverato in vacanza e domenica<br />

19 agosto rispondeva a Giusi Fasano<br />

del Corriere della Sera con una bella<br />

alzata di spalle. «Ma come? È a tre ore di<br />

distanza, arrivano i ministri a Taranto perché<br />

una sua inchiesta ha fatto dell’Ilva un<br />

caso nazionale e lei non torna nemmeno<br />

per una stretta di mano? “L’ho detto anche<br />

a loro in una telefonata, cordialissima:<br />

vedrete che non mancherà l’occasione”».<br />

L’unica cosa che conta<br />

Ecco, se questa è l’impersonificazione della<br />

Legge a Taranto, cosa ne sarà delle decine<br />

di migliaia di famiglie che campano<br />

sulle braccia dei loro uomini operai? «Mi<br />

sono sempre mosso nel costante rispetto<br />

dell’azione della magistratura», dice monsignor<br />

Santoro. «E comunque, ciò che conta<br />

adesso è che anche <strong>il</strong> giudice del riesa-<br />

me ha ammesso che la chiusura dell’Ilva<br />

è solo una delle possib<strong>il</strong>ità. E certamente,<br />

almeno dal mio punto di vista, non la più<br />

auspicab<strong>il</strong>e. Ci saranno da intraprendere,<br />

come prospettano le motivazioni del riesame,<br />

misure imponenti per bonificare <strong>il</strong><br />

territorio e consentire condizioni produttive<br />

che non minaccino così pesantemente<br />

come è accaduto fino ad oggi la salute<br />

dei lavoratori e dei cittadini. Credo che ci<br />

troviamo finalmente nella condizione di<br />

poter cominciare quest’opera di bonifica.<br />

E questo è un bene per tutti».<br />

L’Ilva ha già messo a disposizione 146<br />

m<strong>il</strong>ioni di euro, <strong>il</strong> governo ne ha stanziati<br />

altri 336. «Ecco, mi pare che ci siano tutte<br />

le condizioni per iniziare questa benedetta<br />

opera di difesa del lavoro e, insieme,<br />

di vera salvaguardia della salute e dell’ambiente<br />

dei cittadini. Il resto (le polemi-<br />

| | 5 settembre 2012 | 21

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