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UN ALTRO MONDO<br />

è POSSIBILE<br />

L’ARRIVO DI PADRE ALBERTO<br />

La fedeltà di Dio è<br />

l’amico che viene<br />

a vivere con me<br />

di Aldo Trento<br />

Il cristianesimo è un’amicizia con Cristo<br />

e con tutti noi che siamo stati afferrati<br />

da Lui. Un’amicizia che ha come fine ultimo<br />

quello di comunicare al mondo intero la<br />

Sua tenerezza piena di misericordia, ragione<br />

per la quale Dio si è fatto carne. Molte volte<br />

mi chiedo: perché <strong>il</strong> Mistero ha scelto me e mi<br />

ha preferito quando avrebbe potuto scegliere<br />

un altro tra m<strong>il</strong>ioni di persone più intelligenti<br />

e più coerenti di me? Dio sceglie chi ama per<br />

offrire al mondo <strong>il</strong> suo infinito amore. L’elezione<br />

è <strong>il</strong> metodo del Mistero da Abramo fino<br />

ad oggi.<br />

Ricordo che negli anni Ottanta, quando insegnavo<br />

Religione in un liceo a Feltre (Bl) un<br />

ragazzo mi ha chiesto: «Padre, può spiegarmi<br />

perché tra tanti compagni di classe molto<br />

più impegnati con la realtà Dio ha scelto me<br />

che sono un rompicapo per tutti?». Gli ho risposto<br />

che, guardando la mia vita, io non ero<br />

mai stato un esempio di coerenza, né tanto<br />

meno un modello da seguire, ma Dio ha scelto<br />

me, <strong>il</strong> peggiore dei miei compagni, e mi ha<br />

scelto secondo un criterio che continua a sorprendermi:<br />

<strong>il</strong> criterio della preferenza. Lui conosce<br />

tutto di me, i miei limiti, le mie ribellioni,<br />

le mie inquietudini, perché mi ha scelto<br />

prima che io nascessi. Mi ha scelto per mostrare<br />

a tutti la Sua infinita misericordia. Per<br />

questo, quando mi sono reso conto della chiamata,<br />

ho lasciato tutto per entrare in seminario.<br />

Era <strong>il</strong> pomeriggio del 28 luglio 1958, avevo<br />

11 anni. Ho abbandonato casa mia e la mia<br />

famiglia per entrare nel seminario dei Padri<br />

Canossiani. Da quel giorno sono già passati<br />

54 anni. I primi tempi di sacerdozio sono<br />

stati molto diffic<strong>il</strong>i, perché erano gli anni della<br />

protesta, della confusione e della ricerca di<br />

un mondo nuovo. Mi sono fatto “amico” di alcune<br />

persone che m<strong>il</strong>itavano in uno dei movimenti<br />

di estrema sinistra. Sono stati anni<br />

durissimi, perché segnati dalla ribellione che<br />

vibrava in me.<br />

I potenti desideri di felicità, bellezza, giustizia,<br />

verità, erano la ragione del mio vivere.<br />

Con <strong>il</strong> tempo mi sono reso conto che l’ideologia<br />

era solo un’utopia, perché non rispondeva<br />

a ciò che <strong>il</strong> mio cuore desiderava, come pu-<br />

60 | 5 settembre 2012 | |<br />

POST<br />

APOCALYPTO<br />

Duccio di<br />

Buoninsegna,<br />

Maestà – Cristo<br />

appare sulla via<br />

per Emmaus,<br />

1308-11, tempera<br />

su tavola, Siena,<br />

Museo dell’Opera<br />

del Duomo<br />

re non rispondeva l’educazione ricevuta in seminario.<br />

Il Signore che mi ha scelto non mi<br />

ha mai abbandonato, come afferma <strong>il</strong> profeta<br />

Isaia: «Sion ha detto: “Il Signore mi ha abbandonato,<br />

<strong>il</strong> Signore mi ha dimenticato”. Si<br />

dimentica forse una donna del suo bambino,<br />

così da non commuoversi per <strong>il</strong> figlio delle<br />

sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero,<br />

io invece non ti dimenticherò mai. Ecco,<br />

sulle palme delle mie mani ti ho disegnato, le<br />

tue mura sono sempre davanti a me».<br />

Il Padre non abbandona i suoi figli<br />

Sono passati molti anni da allora e con gioia<br />

posso gridare a tutti la verità: Dio non abbandona<br />

mai i suoi figli, perché è <strong>il</strong> Padre: «Tam<br />

Pater nemo», come ripeteva spesso don Luigi<br />

Giussani. La modalità attraverso cui <strong>il</strong> Mistero<br />

continua a manifestarmi la Sua Presenza<br />

è l’amicizia di alcune persone che ha messo al<br />

mio fianco per accompagnarmi. Persone che<br />

vivono in Italia e persone che vivono con me,<br />

come padre Paolino, un uomo autentico, libe-<br />

ro, appassionato alla realtà e per questo um<strong>il</strong>e.<br />

Una presenza che mi commuove e senza la<br />

quale Dio non avrebbe fatto ciò che ha fatto<br />

in questo perimetro di terra che <strong>il</strong> mondo può<br />

contemplare.<br />

Questi mesi sono stati davvero l’occasione<br />

di verifica della fede. Abbiamo vissuto insieme<br />

momenti molto duri e diffic<strong>il</strong>i. L’esperienza<br />

del Getsemani non ci è stata risparmiata.<br />

Ci sono stati momenti di terrib<strong>il</strong>e oscurità che<br />

ci hanno spinto a chiedere a padre Alberto di<br />

venire a vivere con noi. Ricordo che a gennaio<br />

di quest’anno, quando gli ho chiesto se voleva<br />

venire a vivere qui, come nei primi dieci anni<br />

di missione, lui mi ha risposto che da molto<br />

tempo stava aspettando questa provocazione.<br />

Ancora una volta <strong>il</strong> Mistero ci ha risposto<br />

in modo molto concreto, attraverso la persona<br />

di padre Alberto. Qualche giorno fa, padre<br />

Alberto ha inviato a tutti i suoi amici le lettere<br />

che pubblichiamo di seguito. È un esempio<br />

di cosa significhi l’amicizia: dare la vita per un<br />

amico. Tutti parliamo o scriviamo su questo

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