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Meditazioni per Consacrate Sec.II - Istituto Maria Santissima ...

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zie, la protezione, la mediazione di <strong>Maria</strong>, nel quarto<br />

e quinto mistero glorioso. Ricordare tutta la vita.<br />

Il rosario non deve essere solo una ripetizione di<br />

Pater e Ave: ha un senso; è la vita nostra che viene<br />

messa sotto la protezione di <strong>Maria</strong> e di Gesù, e nello<br />

stesso tempo ci viene indicato il vero corso della vita,<br />

quello che abbiamo meditato ieri: sono venuto nel<br />

mondo, sono nel mondo, ritorno a Dio. Vedere nel rosario<br />

la nostra vita, mentre recitiamo i quindici misteri<br />

che sono alternati nella settimana. C’è tanto tempo<br />

alle volte, nel giorno, in cui si può dire un mistero di<br />

rosario: <strong>per</strong> strada, in mezzo alle occupazioni, nei ritagli<br />

di tempo. Vi è stato qualcuno che è caduto, diciamo,<br />

come in una santa esagerazione: parecchi rosari<br />

interi in una giornata. Noi, almeno, non lasciamo<br />

sfuggire mai l’occasione <strong>per</strong> la recita dei misteri o<br />

gaudiosi o dolorosi o gloriosi; e se non abbiamo il<br />

tempo <strong>per</strong> quindici misteri, almeno troviamo il tempo<br />

<strong>per</strong> recitarne cinque. Vi sono <strong>per</strong>sone tanto industriose.<br />

Quando gira la corona nelle nostre mani, c’è una<br />

continuità di grazie che scende dal cielo. Finché facciamo<br />

scorrere la corona del rosario, la grazia non<br />

mancherà, cresceremo in virtù, in santità, in merito.<br />

Avanti, dunque! Molta devozione al rosario e<br />

molta devozione alla Messa.<br />

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76.<br />

POVERTÀ E SALVEZZA DELL’ANIMA<br />

In un libro di meditazione, dopo la considerazione<br />

dell’inferno, è narrato questo episodio. Si trattava<br />

di un giovane già sopra i 25 anni, il quale era di famiglia<br />

ricca. Aveva passato una gioventù molto comoda,<br />

divagata, e si può dire che i suoi genitori gli avevano<br />

concesso ogni libertà. Ma dopo avere compiuto<br />

un giorno di ritiro e udito una predica sull’inferno,<br />

si era recato in un convento presso un padre anziano,<br />

pregandolo che volesse accoglierlo come novizio,<br />

<strong>per</strong>ché intendeva cambiare vita e, <strong>per</strong> rendere più<br />

efficace la sua preghiera, si era messo in ginocchio. Il<br />

padre lo guardò con aria di incertezza: “Tu, abituato<br />

a una vita così libera, come potresti adattarti? Fra di<br />

noi si osserva l’obbedienza assoluta: dal mattino, al<br />

primo segno della levata, fino alla sera, tutto il tempo<br />

è diviso con orario <strong>per</strong>fetto, e ogni disobbedienza ha<br />

la sua pena o, <strong>per</strong> lo meno, il rimprovero”. Il giovane<br />

rispose: “Ma io voglio salvarmi”. “Tu non puoi venire<br />

con noi, devi prendere un’altra via; sei abituato a<br />

mangiare quel che ti piace, quel che hai in casa è tutto<br />

a tuo servizio; da noi si digiuna tre giorni a setti-<br />

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