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Meditazioni per Consacrate Sec.II - Istituto Maria Santissima ...

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che hanno una condizione di vita agiata o almeno comodamente<br />

sufficiente; esse si accontentano di quello<br />

che hanno e sanno anche all’occasione fare elemosine,<br />

distaccarsi dai beni che possiedono. Allora benché<br />

vivano nell’agiatezza, hanno lo spirito di povertà.<br />

C’è lo spirito di povertà quando uno ha delle entrate,<br />

e poi se ne serve non <strong>per</strong> fare lusso, ma <strong>per</strong> far<br />

del bene. Allora sebbene costoro abbiano abbondanza<br />

di beni, tuttavia hanno una povertà affettiva. Diceva<br />

S. Paolo: “Io mi sono adattato a tutti e a tutto”, <strong>per</strong><br />

far del bene a tutti; so vivere nella miseria quando ho<br />

la fame e so anche abbondare quando mi trovo in circostanze<br />

in cui devo sedermi, supponiamo, a una tavola<br />

bene imbandita dove sono ospite. Aveva raggiunto<br />

la <strong>per</strong>fezione, l’indifferenza a un modo di vivere<br />

o ad un altro. Sì, ecco lo spirito di povertà.<br />

Bisogna considerare tre cose: 1) Perché Gesù Cristo<br />

ha messo come prima beatitudine: “Beati i poveri<br />

di spirito <strong>per</strong>ché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3)?<br />

Poi seguono le altre sette beatitudini, ossia le sette<br />

virtù che ci portano alla <strong>per</strong>fezione e alla felicità, alla<br />

tranquillità sulla terra e alla felicità nell’altra vita.<br />

Perché Gesù l’ha messa <strong>per</strong> prima? Perché se non si è<br />

mortificati riguardo ai beni della terra, non si acquisteranno<br />

le altre virtù; come accade se ci sono otto scalini<br />

da salire: se non si oltrepassa il primo, non si sale<br />

la scala. E quando il cuore comincia a essere legato da<br />

un filo, o da ambizioni, o da lusso, o vanità, ecc. il filo<br />

è sottile, poi diventa un filo più grosso, poi diventa<br />

una catenella, poi diventa una catena che lega il cuore.<br />

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E poi si è legati da quello spirito di vanità, di ambizione,<br />

da quell’avarizia. Aspettatevi pure molti altri mali,<br />

molti altri vizi. Si può arrivare a un disordine gravissimo:<br />

ci è di esempio Giuda che vendette il Maestro. Tagliare<br />

il piccolo filo che può legare il nostro cuore!<br />

Non importa al diavolo di tenerci legati con un piccolo<br />

filo, come di tenerci legati con una catena. Se il<br />

bambino tiene legata la zampetta dell’uccellino con<br />

un filo, l’uccellino non vola. Passando alle cose spirituali,<br />

l’anima legata non vola verso Dio, sta sempre indietro<br />

nella <strong>per</strong>fezione. L’uccellino potrebbe essere legato<br />

anche da una catena, ma sia la catena sia un semplice<br />

filo gli impediscono di volare. Così avviene di<br />

coloro che sono attaccati ai beni terreni.<br />

Forse che con queste considerazioni sto dicendo<br />

di non ricevere le offerte e di non stabilire i prezzi <strong>per</strong><br />

l’apostolato? Si devono stabilire certamente, <strong>per</strong>ché<br />

se gli apostolati non hanno anche una base materiale,<br />

non vivono. Se in un paese non ci sono più entrate<br />

nella parrocchia, la parrocchia è cadente e non ci sono<br />

mezzi <strong>per</strong> ristabilirla, l’apostolato finisce anche lì,<br />

il ministero finisce anche lì. Così è un po’ di tutte le<br />

o<strong>per</strong>e, poiché dice la Scrittura che chi serve all’apostolato<br />

deve vivere dell’apostolato. Ma l’attaccamento<br />

è un’altra cosa, l’avarizia è un’altra cosa. E tuttavia<br />

è sempre un obbligo tener conto di quello che si<br />

ha, sempre. Una delle parti della povertà è appunto<br />

questa: tener conto e risparmiare quello che si ha.<br />

Quando c’è bisogno, usarne, ma quando non vi è bisogno<br />

possiamo fare una mortificazione.<br />

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