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Meditazioni per Consacrate Sec.II - Istituto Maria Santissima ...

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la carità e la grazia, tutto il bene che faccio non porterebbe<br />

merito <strong>per</strong> la vita eterna. Occorre che ci sia la<br />

carità, cioè, l’amor di Dio. Anche se facessi qualunque<br />

o<strong>per</strong>a buona, e “distribuissi tutti i miei beni ai poveri,<br />

e dessi il corpo ad essere bruciato, se non ho la<br />

carità, tutto questo non mi giova a nulla. La carità è<br />

longanime, la carità è benigna”: ecco le qualità che<br />

deve avere la carità.<br />

Qui si parla della duplice carità: la carità verso<br />

Dio e la carità verso il prossimo. La carità verso Dio,<br />

in primo luogo, è possedere la grazia, la vita di grazia,<br />

la vita soprannaturale; poi, quello che riguarda<br />

l’amore, la carità verso il prossimo. Quando c’è l’amore<br />

di Dio, tutto il bene che facciamo <strong>per</strong> il prossimo<br />

porta meriti <strong>per</strong> la vita eterna.<br />

Quando nasce il bambino è semplice uomo: una<br />

<strong>per</strong>sona, un bambino; ma poi se riceve il battesimo,<br />

allora il bambino ha la vita soprannaturale, cioè la carità<br />

che è la grazia. E quindi prima era soltanto un uomo,<br />

poi un cristiano. Se poi c’è la consacrazione a Dio<br />

con i voti, allora c’è ancora una terza vita più preziosa,<br />

la vita di <strong>per</strong>fezionamento, consacrando la <strong>per</strong>sona,<br />

l’anima a Dio, noi stessi al Signore.<br />

Bisogna che noi viviamo di questa carità. Allora<br />

la conclusione: la fede, la s<strong>per</strong>anza e la carità, tutte e<br />

tre rimangono; ma la maggiore tra queste è la carità,<br />

<strong>per</strong>ché poi cessa la fede, entrando in cielo, cede e non<br />

c’è più la s<strong>per</strong>anza, ma rimane la vita eterna, cioè la<br />

carità; sì, l’amore <strong>per</strong>fetto al Signore in cielo.<br />

Quindi abbiamo da chiedere, secondo l’insegna-<br />

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mento di S. Paolo nell’Epistola, di vivere in grazia e<br />

sempre più uniti a Dio, così la grazia e il merito aumentano;<br />

poi chiedere la carità verso il prossimo. La<br />

carità è paziente, la carità è benigna, non agisce con<br />

ostentazione, non si gonfia di orgoglio. Quindi l’amore<br />

a Dio e l’amore al prossimo; la vita di carità vicendevole,<br />

carità verso il prossimo tra le <strong>per</strong>sone con<br />

cui si convive. E poi carità che è anche l’apostolato,<br />

<strong>per</strong>ché tutta la giornata è ordinata a portare la luce alle<br />

anime: tutto è <strong>per</strong> l’apostolato. Quindi da una parte<br />

la consacrazione al Signore e il lavoro che fate <strong>per</strong><br />

<strong>per</strong>fezionarvi sempre di più; in secondo luogo, portare<br />

sempre più bene, aiuto alle anime. E tutto il vostro<br />

apostolato è ordinato a questo, cioè a portare la luce.<br />

Non è un lavoro materiale, è tutto un apostolato. E<br />

beati coloro che portano la luce alle anime.<br />

Passiamo ora al Vangelo. L’avete già ascoltato<br />

nella Messa. Gesù dice agli Apostoli: “Ecco, noi saliamo<br />

a Gerusalemme e si avvererà tutto ciò che è<br />

stato scritto dai Profeti riguardo al Figlio dell’uomo.<br />

Sarà infatti consegnato ai pagani, sarà schernito, flagellato,<br />

co<strong>per</strong>to di sputi. E, dopo averlo flagellato, lo<br />

uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà” (Lc 18,31).<br />

Qui si annuncia la redenzione, la grande settimana<br />

che chiamiamo Settimana Santa, cioè i misteri che si<br />

celebrano in quella settimana che chiamiamo Santa e<br />

che si chiude con la resurrezione di Cristo.<br />

“Lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà”:<br />

così Gesù annuncia; ma gli Apostoli non capiscono:<br />

“Ed essi non capivano niente di tutto questo”, <strong>per</strong>ché<br />

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