You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
La TdL è caratterizzata da tre aspetti:<br />
1 - E una teologia profetica. Non si limita<br />
ad una mera teoria della fede; cerca<br />
di confrontare sempre Fede e Vita, Parola<br />
e Storia, Regno e Mondo e si fonda principalmente<br />
su questo contrasto. In questo<br />
senso si dice a volte che la TdL è una teologia<br />
critica e dialettica, però è più propriamente<br />
una teologia profetica.<br />
2 - E una teologia utopica. Cerca di<br />
aprire sempre nuovi cammini per l'azione.<br />
Parla della necessità e della possibilità di un<br />
mondo nuovo. Non dà ricette sicure, offre,<br />
semplicemente, ispirazione per la pratica;<br />
si impegna per la trasformazione; vuole<br />
alimentare la speranza e la carità.<br />
3 - È una teologia carica di emozione.<br />
E logico-, il suo non può essere il linguaggio<br />
freddo dell'analisi, poiché nasce dal grido<br />
di dolore e dalla speranza degli oppressi<br />
della terra. Per questo è attraversata da una<br />
sacra ira contro le ingiustizie e per il sogno<br />
di un mondo più umano.<br />
Da tutto ciò si deduce che la TdL è una<br />
teologia concreta, che parte dalla realtà e<br />
si orienta verso una pratica efficace. Non<br />
è una teologia astratta, dottrinaria. In questo<br />
senso è una teologia eminentemente pastorale<br />
perché è interamente rivolta al<br />
vissuto di fede ed all'evangelizzazione.<br />
Condizione preliminare per un teologo<br />
della liberazione è vincolarsi in modo organico<br />
con il cammino del popolo, con il<br />
processo ecclesiale e sociale; senza un minimo<br />
di impegno vivo e concreto con la<br />
realtà e la lotta del popolo, il suo discorso<br />
è privo di profezia e di sentimento.<br />
La grande questione: oppressione-liberazione<br />
Per sapere qual è il grande problema che<br />
deve affrontare la TdL alla fine del millennio<br />
non è necessario andare molto lontano:<br />
è il vecchio problema della miseria e<br />
delle masse. Fu a partire da qui che nacque<br />
la TdL, o più esattamente a partire dal<br />
contrasto tra le fede cristiana e l'oppressione<br />
delle maggioranze.<br />
LE GRANDI<br />
QUESTIONI<br />
DELLA<br />
Chi non ha ancora scoperto questo e non<br />
l'ha preso sul serio, continuerà a cercare<br />
questioni come quella della cultura tecnicoindustriale,<br />
la modernità, la crisi del socialismo<br />
o l'unificazione economica del mondo.<br />
Come se la dolorosa questione<br />
dell'emarginazione secolare delle masse fosse<br />
già stata superata per il fatto di essere<br />
"passata di moda".<br />
No, la questione della miseria e dell'oppressione<br />
di classi, razze e culture intere<br />
continua ad essere ben presente nel nostro<br />
mondo e si presenta molto più grave di prima.<br />
Nella misura in cui lo scontro ideologico<br />
Est-Ovest è andato diminuendo, è<br />
emersa la contraddizione Nord-Sud,<br />
Centro-Periferia. Da ora in avanti, l'equilibrio<br />
del mondo si stabilirà, sempre più, su<br />
questo asse.<br />
Si dirà che tutto ciò non è un problema<br />
specificamente teologico, ma piuttosto sociale.<br />
No, la questione della miseria delle<br />
masse è un problema rigorosamente teologico,<br />
nella misura esatta in cui questa miseria<br />
non significa soltanto oppressione ed<br />
ingiustizia, ma soprattutto «peccato sociale»<br />
e contraddizione con il «piano del Creatore<br />
e l'onore che gli è dovuto» (Puebla,<br />
28). Di fatto, nella causa del povero è in<br />
questione Dio stesso. Come potrebbe un<br />
teologo dimenticarlo?<br />
È qui in gioco l'opzione evangelica per<br />
i poveri. Ebbene, questa opzione è per la<br />
Chiesa e la teologia una "questione di principio",<br />
non una questione puramente strategica.<br />
La memoria di Gesù nella comunità<br />
dì fede deve accompagnare costantemente<br />
la memoria dei poveri, come raccoman-<br />
TEOLOGIA<br />
DELLA<br />
LIBERAZIONE<br />
Clodovis Boff<br />
ilano gli apostoli a Paolo (cfr. Gal. 3, 10).<br />
I )imenticare il povero è un pericolo costank\<br />
anche per la Chiesa. La TdL rappresenl>i<br />
un profondo richiamo alla "memoria dei<br />
poveri" in virtù della "memoria di Gesù".<br />
Recentemente un nuovo fatto storico obbliga<br />
la TdL a riprendere la questione<br />
dell'oppressione-liberazione delle masse: la<br />
(risi del socialismo, che impone una seria<br />
revisione della riflessione teologica a tre<br />
livelli:<br />
1 - A livello di analisi, la crisi del socialismo,<br />
con il susseguente rafforzamento<br />
del capitalismo liberale, obbliga la TdL a rivedere<br />
i suoi paradigmi di interpretazione<br />
della realtà sociale. Non si tratta di abbandonare<br />
adesso l'interpretazione dialetticostrutturale,<br />
questo significherebbe negare la<br />
realtà stessa, che tra noi si impone per il<br />
suo carattere tragico; si tratta di dare alle<br />
analisi più flessibilità e spessore e di arricchirle<br />
con nuovi contributi teorici.<br />
In questo senso si percepisce che il capitalismo<br />
ed il socialismo non possono essere<br />
studiati soltanto come modelli puramente<br />
astratti, ma come modelli concreti ed operativi.<br />
Non dobbiamo adesso accettare la<br />
panacea deH"'economia di mercato", ma,<br />
superando schematismi elementari, è necessario<br />
chiedersi, per esempio, la posizione<br />
del mercato in una nuova economia o in<br />
un "nuovo socialismo". Si presenta anche<br />
per il Terzo Mondo la questione dell'attuale<br />
"mondializzazione" dell'economia e la necessità<br />
per i nostri paesi di conservare in<br />
questo processo la loro autonomia mediante<br />
la solidarietà interna. Di fronte a questo,<br />
anche la Chiesa e la teologia hanno la loro<br />
responsabilità.<br />
2 - A livello di strategia, la crisi del socialismo<br />
ha creato meno ripercussioni negative<br />
là dove la TdL ha radicato la<br />
convinzione che la trasformazione rivoluzionaria<br />
della società si attua attraverso un<br />
processo di ampia partecipazione delle masse<br />
e non attraverso un atto delle minoranze<br />
illuminate, anche se generose. Lo<br />
sviluppo economico autonomo, la democrazia<br />
politica e la lotta per l'uguaglianza e<br />
la giustizia sociale devono essere portate<br />
avanti in modo simultaneo.<br />
E necessario, poi, riconoscere che questioni<br />
strutturali come il debito estero e la<br />
modernizzazione economica, che legano le<br />
economie nazionali al mercato mondiale,<br />
attendono ancora di ricevere una risposta<br />
strategico-alternativa da parte dei movimenti<br />
popolari e di liberazione.<br />
3 - A livello di progetto storico, la crisi<br />
del socialismo quando mette in discussione<br />
l'idea stessa di una nuova società,<br />
ossia, la possibilità di un'alternativa al capitalismo,<br />
distrugge il potere di lotta dei movimenti<br />
che lavorano per il cambiamento.<br />
E una questione che tocca la radice stessa<br />
della speranza dei poveri: la liberazione.<br />
Abbiamo il compito, allora, di pensare ad<br />
una forma più concreta possibile di "nuova<br />
utopia" che sia più ricca della vecchia passata<br />
utopia del socialismo classico ed allo stesso<br />
tempo con meno pretese. Più ricca perché<br />
deve assimilare i nuovi compiti, senza<br />
accontentarsi della socializzazione dei mezzi<br />
di produzione ed il soddisfacimento dei bisogni<br />
essenziali. Meno pretenziosa perché<br />
deve rinunciare ad ogni messianismo di salvezza<br />
e resistere alla costante tentazione di<br />
giungere alla "soluzione finale" del destino<br />
umano e di realizzare il paradiso in terra.<br />
La teologia, con tutta la sua carica escatologica,<br />
non possiede in questo campo un<br />
ruolo di prospettiva particolare? E la comunità<br />
ecclesiale, non è anche la società di coloro<br />
che sperano anche "contro ogni<br />
speranza"?