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m - Agenda Latinoamericana-Mundial

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La TdL è caratterizzata da tre aspetti:<br />

1 - E una teologia profetica. Non si limita<br />

ad una mera teoria della fede; cerca<br />

di confrontare sempre Fede e Vita, Parola<br />

e Storia, Regno e Mondo e si fonda principalmente<br />

su questo contrasto. In questo<br />

senso si dice a volte che la TdL è una teologia<br />

critica e dialettica, però è più propriamente<br />

una teologia profetica.<br />

2 - E una teologia utopica. Cerca di<br />

aprire sempre nuovi cammini per l'azione.<br />

Parla della necessità e della possibilità di un<br />

mondo nuovo. Non dà ricette sicure, offre,<br />

semplicemente, ispirazione per la pratica;<br />

si impegna per la trasformazione; vuole<br />

alimentare la speranza e la carità.<br />

3 - È una teologia carica di emozione.<br />

E logico-, il suo non può essere il linguaggio<br />

freddo dell'analisi, poiché nasce dal grido<br />

di dolore e dalla speranza degli oppressi<br />

della terra. Per questo è attraversata da una<br />

sacra ira contro le ingiustizie e per il sogno<br />

di un mondo più umano.<br />

Da tutto ciò si deduce che la TdL è una<br />

teologia concreta, che parte dalla realtà e<br />

si orienta verso una pratica efficace. Non<br />

è una teologia astratta, dottrinaria. In questo<br />

senso è una teologia eminentemente pastorale<br />

perché è interamente rivolta al<br />

vissuto di fede ed all'evangelizzazione.<br />

Condizione preliminare per un teologo<br />

della liberazione è vincolarsi in modo organico<br />

con il cammino del popolo, con il<br />

processo ecclesiale e sociale; senza un minimo<br />

di impegno vivo e concreto con la<br />

realtà e la lotta del popolo, il suo discorso<br />

è privo di profezia e di sentimento.<br />

La grande questione: oppressione-liberazione<br />

Per sapere qual è il grande problema che<br />

deve affrontare la TdL alla fine del millennio<br />

non è necessario andare molto lontano:<br />

è il vecchio problema della miseria e<br />

delle masse. Fu a partire da qui che nacque<br />

la TdL, o più esattamente a partire dal<br />

contrasto tra le fede cristiana e l'oppressione<br />

delle maggioranze.<br />

LE GRANDI<br />

QUESTIONI<br />

DELLA<br />

Chi non ha ancora scoperto questo e non<br />

l'ha preso sul serio, continuerà a cercare<br />

questioni come quella della cultura tecnicoindustriale,<br />

la modernità, la crisi del socialismo<br />

o l'unificazione economica del mondo.<br />

Come se la dolorosa questione<br />

dell'emarginazione secolare delle masse fosse<br />

già stata superata per il fatto di essere<br />

"passata di moda".<br />

No, la questione della miseria e dell'oppressione<br />

di classi, razze e culture intere<br />

continua ad essere ben presente nel nostro<br />

mondo e si presenta molto più grave di prima.<br />

Nella misura in cui lo scontro ideologico<br />

Est-Ovest è andato diminuendo, è<br />

emersa la contraddizione Nord-Sud,<br />

Centro-Periferia. Da ora in avanti, l'equilibrio<br />

del mondo si stabilirà, sempre più, su<br />

questo asse.<br />

Si dirà che tutto ciò non è un problema<br />

specificamente teologico, ma piuttosto sociale.<br />

No, la questione della miseria delle<br />

masse è un problema rigorosamente teologico,<br />

nella misura esatta in cui questa miseria<br />

non significa soltanto oppressione ed<br />

ingiustizia, ma soprattutto «peccato sociale»<br />

e contraddizione con il «piano del Creatore<br />

e l'onore che gli è dovuto» (Puebla,<br />

28). Di fatto, nella causa del povero è in<br />

questione Dio stesso. Come potrebbe un<br />

teologo dimenticarlo?<br />

È qui in gioco l'opzione evangelica per<br />

i poveri. Ebbene, questa opzione è per la<br />

Chiesa e la teologia una "questione di principio",<br />

non una questione puramente strategica.<br />

La memoria di Gesù nella comunità<br />

dì fede deve accompagnare costantemente<br />

la memoria dei poveri, come raccoman-<br />

TEOLOGIA<br />

DELLA<br />

LIBERAZIONE<br />

Clodovis Boff<br />

ilano gli apostoli a Paolo (cfr. Gal. 3, 10).<br />

I )imenticare il povero è un pericolo costank\<br />

anche per la Chiesa. La TdL rappresenl>i<br />

un profondo richiamo alla "memoria dei<br />

poveri" in virtù della "memoria di Gesù".<br />

Recentemente un nuovo fatto storico obbliga<br />

la TdL a riprendere la questione<br />

dell'oppressione-liberazione delle masse: la<br />

(risi del socialismo, che impone una seria<br />

revisione della riflessione teologica a tre<br />

livelli:<br />

1 - A livello di analisi, la crisi del socialismo,<br />

con il susseguente rafforzamento<br />

del capitalismo liberale, obbliga la TdL a rivedere<br />

i suoi paradigmi di interpretazione<br />

della realtà sociale. Non si tratta di abbandonare<br />

adesso l'interpretazione dialetticostrutturale,<br />

questo significherebbe negare la<br />

realtà stessa, che tra noi si impone per il<br />

suo carattere tragico; si tratta di dare alle<br />

analisi più flessibilità e spessore e di arricchirle<br />

con nuovi contributi teorici.<br />

In questo senso si percepisce che il capitalismo<br />

ed il socialismo non possono essere<br />

studiati soltanto come modelli puramente<br />

astratti, ma come modelli concreti ed operativi.<br />

Non dobbiamo adesso accettare la<br />

panacea deH"'economia di mercato", ma,<br />

superando schematismi elementari, è necessario<br />

chiedersi, per esempio, la posizione<br />

del mercato in una nuova economia o in<br />

un "nuovo socialismo". Si presenta anche<br />

per il Terzo Mondo la questione dell'attuale<br />

"mondializzazione" dell'economia e la necessità<br />

per i nostri paesi di conservare in<br />

questo processo la loro autonomia mediante<br />

la solidarietà interna. Di fronte a questo,<br />

anche la Chiesa e la teologia hanno la loro<br />

responsabilità.<br />

2 - A livello di strategia, la crisi del socialismo<br />

ha creato meno ripercussioni negative<br />

là dove la TdL ha radicato la<br />

convinzione che la trasformazione rivoluzionaria<br />

della società si attua attraverso un<br />

processo di ampia partecipazione delle masse<br />

e non attraverso un atto delle minoranze<br />

illuminate, anche se generose. Lo<br />

sviluppo economico autonomo, la democrazia<br />

politica e la lotta per l'uguaglianza e<br />

la giustizia sociale devono essere portate<br />

avanti in modo simultaneo.<br />

E necessario, poi, riconoscere che questioni<br />

strutturali come il debito estero e la<br />

modernizzazione economica, che legano le<br />

economie nazionali al mercato mondiale,<br />

attendono ancora di ricevere una risposta<br />

strategico-alternativa da parte dei movimenti<br />

popolari e di liberazione.<br />

3 - A livello di progetto storico, la crisi<br />

del socialismo quando mette in discussione<br />

l'idea stessa di una nuova società,<br />

ossia, la possibilità di un'alternativa al capitalismo,<br />

distrugge il potere di lotta dei movimenti<br />

che lavorano per il cambiamento.<br />

E una questione che tocca la radice stessa<br />

della speranza dei poveri: la liberazione.<br />

Abbiamo il compito, allora, di pensare ad<br />

una forma più concreta possibile di "nuova<br />

utopia" che sia più ricca della vecchia passata<br />

utopia del socialismo classico ed allo stesso<br />

tempo con meno pretese. Più ricca perché<br />

deve assimilare i nuovi compiti, senza<br />

accontentarsi della socializzazione dei mezzi<br />

di produzione ed il soddisfacimento dei bisogni<br />

essenziali. Meno pretenziosa perché<br />

deve rinunciare ad ogni messianismo di salvezza<br />

e resistere alla costante tentazione di<br />

giungere alla "soluzione finale" del destino<br />

umano e di realizzare il paradiso in terra.<br />

La teologia, con tutta la sua carica escatologica,<br />

non possiede in questo campo un<br />

ruolo di prospettiva particolare? E la comunità<br />

ecclesiale, non è anche la società di coloro<br />

che sperano anche "contro ogni<br />

speranza"?

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