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MASCHILISMO E MATERNITÀ<br />
Il maschilismo è un antivalore culturale<br />
latinoamericano che, ripetutamente, viene<br />
denunciato in questi ultimi anni.<br />
Implica una sopravvalutazione dell'uomo<br />
nel contesto sociale. Specìficamente suppone<br />
una super-stima simbolica della genitalità<br />
virile, che si traduce in autonomia<br />
incontrollata, prepotente e dominante.<br />
Questo dà origine ad un ideale di uomo -<br />
il maschio - a cui si contrappone dialetticamente<br />
la donna e, di conseguenza, l'omosessuale.<br />
La maggior offesa che si potrà fare<br />
ad un uomo è quella di definirlo effeminato<br />
o "maricón", espressione straordinariamente<br />
complessa a seconda del contesto in<br />
cui si usa. Attorno a questo nucleo si forma<br />
un "modello" di uomo che è pienamente<br />
accettato e compreso nel suo ambiente.<br />
Ecco qui alcune delle sue caratteristiche e<br />
manifestazioni.<br />
"Il maschio" è stimato per la sua durezza<br />
e coraggio: si tratta di un coraggio che<br />
facilmente degenera in aggressività e violenza,<br />
a cui deve esser preparato in qualsiasi<br />
momento. Per questo un "machete"<br />
o un revolver costituiscono sempre il miglior<br />
orpello. La sua forza per dominare la natura<br />
bruta è un altro dei segni di cui si sente<br />
più orgoglioso. La prepotenza gli offre<br />
il prestigio di essere temuto.<br />
Ma, allo stesso tempo, nel "maschio" si<br />
sviluppa la furbìzia: crede che per riuscire<br />
nella vita è molto importante "esser furbo<br />
e studiato", al contrario sarebbe considerato<br />
uno "stupido". Nella vita si arriva più lontano<br />
"sapendo camminare" che avendo<br />
una solida preparazione: da questo l'importanza<br />
che assume l'aver molti amici e parenti<br />
"che possono".<br />
La sua autonomia si esprime nel diritto<br />
ad essere sfrenato: gli piace fare conversazioni<br />
"da uomo"; si gloria di poter ubriacarsi<br />
e di sperperare a volontà, perché non è sottomesso<br />
alla moglie. La sua intemperanza<br />
sessuale gli permette l'onore di essere "don<br />
Antonio Gonzàlez Dorado (Paraguay)<br />
naiolo", e le donne hanno l'obbligo di/capire<br />
che gli uomini "sono così".<br />
Il suo "luogo" normale non è la casa, ma<br />
gli amici, il lavoro o il divertimento. Quando<br />
arriva in casa assume l'atteggiamento di<br />
re, perché "nella sua famiglia si fa quello<br />
che lui vuole" e giammai si immischierà in<br />
attività che "corrispondono" al mondo femminile,<br />
né avrà manifestazioni che valuta<br />
femminili o materne. Per questo ci tiene ad<br />
essere dominatore e con una spiccata grossolanità<br />
sessuale: ha piena coscienza di essere<br />
il centro di tutto. Quando lo crede<br />
necessario, difenderà quelli della sua casa<br />
"come un maschio" e in nessuna maniera<br />
accetterà l'infedeltà della moglie*, anzi è una<br />
sua caratteristica essere geloso.<br />
Ma allo stesso tempo il maschio è credente.<br />
Le sue manifestazioni religiose sono timide<br />
e limitate, anche se partecipa alle<br />
celebrazioni più solenni, si mette in prima<br />
fila nelle processioni e vuol morire ed essere<br />
sepolto come cristiano.<br />
Il maschilismo rompe l'equilibrio del binomio<br />
uomo-donna. L'esaltazione maschilista<br />
dell'uomo svuota la donna dei suoi<br />
valori, la trasforma in simbolo negativo dell'uomo<br />
e in oggetto degli appetiti sessuali,<br />
prepotenti e dominanti, del maschio. La<br />
donna, il femminile è per il maschio un nonvalore,<br />
pura negatività.<br />
Una volta rotto questo binomio, le esigenze<br />
di equilibrio proprie di ogni cultura,<br />
pretendono, nel nostro caso, di salvare la<br />
dimensione femminile stabilendo un nuovo<br />
binomio originale: "maschio" (uomo) -<br />
"mia o nostra madre" (donna). Così si recupera<br />
anche come valore il binomio<br />
società-famiglia, binomio che include due<br />
fattori positivi e necessari per lo sviluppo di<br />
qualsiasi comunità.<br />
La maternità e la famiglia, in una cultura<br />
maschilista, è T'altro valore positivo", soprattutto<br />
interpretato nella relazione<br />
madre-figli, più esattamente "nostra madre<br />
\<br />
Amiei figli", visto che la donna-madre, al<br />
dtifuori della relazione filiale, può diventareluna<br />
preda e vittima di un maschilismo<br />
sfrenato.<br />
"La madre", come valore positivo per i<br />
figli j viene ad essere dialetticamente il<br />
negativo-positivo del "maschio". La madre<br />
è il simbolo della famiglia. E l'alveo amoroso<br />
dove devono trovarsi tutte le virtù familiari:<br />
in essa brilla la fedeltà, l'onestà sotto<br />
tutti gli aspetti, il risparmio, l'ordine, la vigilanza<br />
e l'attenzione.<br />
Di fronte alla violenza maschilista, la madre<br />
è colei che finisce sempre per capire e<br />
perdonare i figli. Se è l'aiuto permanente<br />
nella necessità di tutti i giorni, è anche l'ultima<br />
soluzione e speranza nelle situazionilimite,<br />
quando per l'uomo sconfitto tutto è<br />
già perduto. Essa dev'essere il testimone<br />
della pietà religiosa. E ci si fida della sua sapienza,<br />
perché dice soltanto quelle parole<br />
che fanno bene ai figli.<br />
Simultaneamente è profondamente degna<br />
di rispetto, essendo sempre vicina, visto<br />
che c'è una coscienza che la maternità<br />
sorge e si sviluppa nella sofferenza: vittima<br />
del marito e dell'uomo che l'ha abbandonata,<br />
vittima della società maschilista a cui<br />
appartiene. Per questo, in fondo, la si ritiene<br />
di una forza superiore a quella dell'uomo,<br />
ma che, logicamente in un ambiente<br />
maschilista, sembra qualcosa di misterioso<br />
e dotata di poteri sconosciuti.<br />
E in questo modo che si spiega la straordinaria<br />
autorità di cui è dotata la madre in<br />
una società maschilista, tanto da acquisire<br />
caratteristiche di "matriarca", che decide in<br />
molti momenti, con la sua benedizione e la<br />
sua parola, il futuro dei figli, anche quando<br />
sono già adulti.<br />
Non è raro, in certe regioni dell'America<br />
Latina, sentire una persona adulta, con un<br />
fondo di tristezza e coscienza di una grande<br />
carenza, definirsi "orfano" perché al momento<br />
sua madre non è più viva: la<br />
sparizione della madre è la sparizione del<br />
focolare, dove la famiglia si sentiva unita e<br />
sicura.<br />
Per questo molte volte si idealizza, si idolatrizza,<br />
si coccola e si festeggia la mamma.<br />
È la compensazione della donna in una cultura<br />
maschilista. Per questo la donna ha<br />
uno straordinario valore di fecondità in questi<br />
ambienti, anche se le costa la vita. Esser<br />
madre è l'ideale e la salvezza di un'esistenza<br />
femminile.<br />
ATTENZIONE, FRATELLO!<br />
Il maschilismo è una maniera dì pensare che entra a far parte della nostra vita<br />
senza rendercene conto, per esempio, nel linguaggio. Dobbiamo evitare ogni forma<br />
di linguaggio maschilista che discrimini la donna.<br />
• Non dire "l'uomo" o "gli uomini" quando ti riferisci sia agli uomini che alle don<br />
ne. Dì piuttosto "l'essere umano", "la persona umana", "l'umanità"...<br />
- Non iniziare il tuo discorso dicendo: "fratelli", ma "fratelli e sorelle".<br />
- Non dire: "Dio creò l'uomo...", ma piuttosto "Dio ha creato l'uomo e la don<br />
na", "gli esseri umani"...<br />
- Rivolgendoti a Dio nella preghiera non dire soltanto "Dio Padre", ma cerca di<br />
dire con frequenza, "Dio, Padre nostro e Madre nostra", per ricordarci che Dl<br />
non è uomo, che il maschile e il femminile sono due dimensioni con cui Dio ci<br />
ha creato tutti "a sua immagine e somiglianza".<br />
Ma, al di là del modo di parlare, cerca di esaminare se la tua forma eli p«'i<br />
è maschilista, se ti fa male che il femminile sia tante volte confinalo In sec<br />
categoria, se fai il possibile perché arrivi il giorno in cui la donna occupi II |<br />
di eguaglianza che le corrisponde nella società e nella Chiesa