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PER UN'IGIENE PSICOLOGICA<br />
DELLA SPERANZA<br />
Come esiste l'igiene fisica, c'è anche<br />
un'igiene mentale e psicologica.<br />
La mancanza d'igiene fisica, oltre ad<br />
essere mortificante per se stessi e per<br />
gli altri, provoca normalmente malattie<br />
fisiche. La mancanza di igiene mentale<br />
e psicologica, oltre a non lasciar<br />
vivere felice l'individuo e coloro che lo<br />
circondano, comporta anche il rischio<br />
di malattie psicologiche.<br />
La speranza non è una semplice decisione<br />
della mia volontà personale, né<br />
un puro dono di Dio assolutamente<br />
estraneo alla mia responsabilità: è piuttosto<br />
una combinazione dei due aspetti.<br />
Molte volte, però, ciò che<br />
maggiormente influisce sul tono della<br />
nostra speranza è l'uso adeguato o errato<br />
dei fattori che quotidianamente la<br />
interpellano. Non basta decidere di aver<br />
speranza (volontarismo) né basta riporre<br />
la fiducia in Dio (spiritualismo) ; è necessaria<br />
anche un'igiene della speranza.<br />
Viviamo in un'ora di depressione. La<br />
speranza dei poveri è gravemente minacciata<br />
in quest'ora; molte cose sono<br />
cambiate nel mondo, molte utopie e<br />
speranze sono senza senso. Siamo entrati<br />
nella "notte scura dei poveri". Molti<br />
militanti sono stati scossi fin nel profondo<br />
del loro essere nel veder crollare le<br />
speranze che credevano di toccare con<br />
mano. Alcuni hanno perso l'utopia di<br />
riferimento, per cui non sanno più quale<br />
sia realmente il senso della loro vita. Altri<br />
sono entrati in crisi personali, con depressioni<br />
psicologiche ed anche sintomi<br />
psicosomatici. Altri, infine, sfuggono il<br />
problema rifugiandosi nell'individualismo,<br />
nel quieto vivere, ne! pragmatismo.<br />
In questa ora di difficoltà psicologica<br />
della società siamo tutti psicologicamente<br />
inclinati alla depressione, alla smobilitazione,<br />
alla fuga.<br />
E il condizionamento psico-sociale di<br />
questa ora. I contraccolpi che hanno subito<br />
le nostre utopie sono tanto forti che<br />
la stessa società, nel suo complesso, è<br />
come umiliata, nostalgica del passato,<br />
stanca, sfiduciata di fronte ai problemi,<br />
come se volesse dimenticare e fuggire<br />
verso posizioni non conflittuali, gratificanti,<br />
consolatorie.<br />
Coloro che avevano riposto i motivi<br />
delle loro speranze nei successi ottenuti,<br />
sono rimasti senza motivazioni quando<br />
questi successi sono crollati. Coloro che<br />
avevano optato per i poveri perché erano<br />
gli "inesorabili vincitori di domani",<br />
sono rimasti senza ragione per la loro<br />
opzione nel vedere che i poveri sono<br />
semplicemente rimasti, ancora una volta,<br />
i "perdenti di oggi". Solo coloro che<br />
'avevano la speranza fondata su basi che<br />
sfidano il vento delle trasformazioni storiche<br />
conservano oggi alta la speranza.<br />
Una certa corrente psicologica spiega<br />
la depressione come la reazione di<br />
un organismo che si sente molto colpito<br />
e castigato dagli stimoli negativi dell'ambiente<br />
che lo circonda, e ciò al di<br />
là del fatto che agisca in un modo o in<br />
un altro, che decida di non agire, di fuggire,<br />
per evitare di continuare a subire<br />
questi castighi. Le trasformazioni avvenute<br />
negli ultimi anni nel mondo, di<br />
fronte alle speranze dei poveri, sono<br />
state un forte castigo per le loro attese.<br />
Il castigo è stato così grande e gli stimoli<br />
negativi così continui, che molti militanti<br />
non ritrovano più la loro<br />
speranza. E questa situazione, che in<br />
alcuni si manifesta anche psicosomaticamente,<br />
in qualche maniera ci colpisce<br />
tutti, anche coloro che credono di<br />
essere in salvo, perché si tratta di "un'ora<br />
psicologica" che si muove nell'ambiente<br />
e che inconsciamente respiriamo.<br />
In questa generale situazione, è più<br />
che mai importante costruire un'adeguata<br />
igiene della speranza, per proteggerla<br />
il più possibile dalla malattia e dalla<br />
morte.<br />
In primo luogo non si^deve gettare<br />
nuova legna sul fuoco. E ciò che avviene<br />
quando una persona non sì rende<br />
conto che coltiva solo pensieri<br />
negativi; non guarda mai al positivo,<br />
senza pensare che anche le peggiori<br />
condizioni possono avere un lato buono.<br />
I militanti che si accaniscono in analisi<br />
negative delle speranze frustrate,<br />
senza cercare aspetti positivi, prima o<br />
poi cadranno nella depressione, getteranno<br />
la spugna.<br />
In secondo luogo è importante approfittare<br />
delle consolanti lezioni della<br />
storia. Le speranze dei poveri ora possono<br />
apparire infondate, però un'analisi<br />
attenta della storia evidenzia che<br />
quest'ora del mondo non è affatto la<br />
peggiore; al massimo potremmo dire<br />
che questa è una delle tante ore "basse"<br />
che il Popolo ha vissuto... Ed è difficile<br />
pensare che sia questa l'ora più<br />
"bassa".<br />
In terzo luogo è importante il ricordo<br />
degli eroi e soprattutto dei martiri,<br />
dei testimoni, che non sono solo coloro<br />
che dettero la vita per la Causa, ma<br />
tutti coloro che in situazioni simili a quelle<br />
che viviamo oggi, pur essendo emarginati,<br />
disprezzati ed incompresi,<br />
seppero attendere con pazienza il passaggio<br />
dell'inverno, senza abdicare alle<br />
loro convinzioni né sottrarsi<br />
all'obbrobrio che per le loro cause do<br />
vettero subire... un ricordo che dona<br />
forza. Se tanti seppero sopportare per<br />
tanto tempo situazioni di uguale o maggiore<br />
scoraggiamento, non saremo forse<br />
noi capaci di fare altrettanto?<br />
Dobbiamo poi ricordare i motivi delle<br />
nostre lotte: se i motivi continuano<br />
così, intatti, o addirittura più forti non<br />
possiamo desistere. Al contrario: oggi<br />
ci sono nuovi motivi.<br />
Ed ecco alcune considerazioni globali:<br />
- una causa non cessa dì essere giusta<br />
perché è sconfitta con la forza. Il potere<br />
può vincere, ma non per questo necessariamente<br />
convincere;<br />
- tutti pensiamo, inconsciamente, come<br />
residuo di ciò che potremmo chiamare<br />
una "teologia della guerra", che<br />
chi vince ha Dio dalla sua parte, e con<br />
Dio ha la ragione e la verità; ciò che si<br />
impone di fatto, ciò che vince è ciò che<br />
ha la ragione e la verità. Per questo, se<br />
noi abbiamo perso sarà perché non eravamo<br />
nella "verità" e la nostra lotta non<br />
era ciò che Dio voleva. Questo, anche<br />
se è difficile scoprirlo, è un pensiero pagano<br />
che non ha niente a che vedere<br />
con il messaggio di Colui che, nonostante<br />
fosse giusto, fu ucciso dai suoi<br />
nemici;<br />
- ricordare con memoria storica che la<br />
vita continua e che la storia non si ferma,<br />
anche se alcuni annunciano la sua<br />
fine. Quando meno ce lo aspetteremo,<br />
spunteranno i segni di un nuovo giorno.<br />
In questa ora psico-sociale che stiamo<br />
vivendo, la fede cristiana e la sua<br />
visione globale della congiuntura storica<br />
ha, nell'opinione di molti, un inestimabile<br />
valore di terapia psicologica,<br />
perché sostiene la persona e le dà motivi<br />
per continuare a vivere ed a lottare.<br />
I cristiani hanno l'obbligo di<br />
testimoniare la speranza e di alimentare<br />
la speranza dei fratelli.