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Reduce dai “gulag” rischio - Anavalsugana.it

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Strigno<br />

bianche tute mimetiche invernali ed imbracciavano il “parabellum”, il<br />

temibile m<strong>it</strong>ra a caricatore circolare, ma avevano soprattutto fame e<br />

sete. I due trentini calmarono la prima facendo “grostoli” e per il resto<br />

andarono a spillare alcool da un recipiente che si trovava in cortile.<br />

Andò così che quelli si addormentarono della grossa ed al risveglio i<br />

nostri erano ormai ben lontani.<br />

Lontani ma pur sempre in terra sovietica. Nell’ottobre del ’45,<br />

finalmente V<strong>it</strong>torio con il compaesano viene fatto salire su un treno<br />

attrezzato con brandine di legno diretto a Odessa, pare, per essere<br />

imbarcato per l’Italia. Non è così. Il convoglio r<strong>it</strong>orna, attraversa<br />

i Carpazi ed entra in Ungheria. “Ho risent<strong>it</strong>o dopo tanti anni le<br />

campane delle chiese” si commuove ancor oggi Tomaselli.<br />

Vienna, Linz, consegnati agli americani. Tre giorni senza mangiare.<br />

Finalmente in Italia (siamo ai primi d’ottobre del 1 45) sul treno<br />

Il reduce, a destra, con Paolo Zentile capogruppo degli Alpini di Strigno

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