Reduce dai “gulag” rischio - Anavalsugana.it
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neve a pancia in su, come una tartaruga rovesciata. Per sua fortuna, ad<br />
ev<strong>it</strong>argli una morte per congelamento, arrivano due compaesani. Uno<br />
è Guadagnini, t<strong>it</strong>olare di una segheria, l’altro un suo collaboratore,<br />
Gildo Denicolò. Sono là per controllare un vagone carico di legname,<br />
ma sentono i lamenti di Bruno e lo illuminano con la lanterna. “Ma<br />
l’è ‘n russo !” esclama stup<strong>it</strong>o uno dei due, vedendo il colbacco con la<br />
stella rossa che il reduce ha in testa. “No, non son ‘n russo - spiega lui<br />
- son ‘l fiòl de Bertoldi !”. E quelli, ancor più stup<strong>it</strong>i: “Ma se l’è morto<br />
in Russia do ani fa !”. Lo sollevano e lo portano di peso nell’unico<br />
locale pubblico del paese ancor aperto a quell’ora, “Al Vapore”.<br />
E Bruno Bertoldi è salvo. Ancora una volta. Mentre parla, l’occhio mi<br />
cade sul foglio matricolare: 1 41 Fronte albanese - Fer<strong>it</strong>a accidentale<br />
da trapasso alla gamba sinistra. Mi spiega, mostrando la cicatrice, che<br />
è stata la m<strong>it</strong>ragliata d’un aereo inglese mentre guidava la macchina.<br />
Allora non è stata “accidentale” obietto.<br />
E lui sorride: “I s’ha sbagliai !”.<br />
Castelnuovo<br />
Per un reduce dall’inferno di Cefalonia, evidentemente, quell’episodio<br />
non può avere una grande importanza. Nel corso dei miei incontri ho<br />
però notato che i fatti bellici non sono mai stati enfatizzati, forse<br />
perché i protagonisti, i soldati, li avevano già dati per scontati.<br />
Nell’isola greca, l’ex sergente maggiore Bruno Bertoldi c’è tornato<br />
molte volte. L’ultima, nel 2001, su inv<strong>it</strong>o del ministero della difesa,<br />
assieme al Presidente della Repubblica Ciampi, quando cioè anche<br />
l’Italia ufficiale si è finalmente accorta di questa pagina della propria<br />
storia.