Reduce dai “gulag” rischio - Anavalsugana.it
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Tezze<br />
dove arriverà anche Augusto, che era stato chiamato alle armi il 6<br />
gennaio 1 41. Brutti posti, come s’è visto.<br />
123<br />
Il comandante li accoglie apostrofandoli senza mezzi termini,<br />
raccomandando loro di non farsi prendere prigionieri. “Tenete sempre<br />
un ultimo colpo, per voi - dice - se non volete che vi facciano fare<br />
una fine terribile !”. Imboscate ad ogni usc<strong>it</strong>a dei reparti. Augusto<br />
ne ricorda una particolarmente sanguinosa, quando per rincorrere il<br />
suo mulo spaventato, si salvò la v<strong>it</strong>a: quelli dietro di lui, invece, ci<br />
restarono. Otto morti, le salme dei quali poterono essere recuperate<br />
solo dopo sei mesi. Rastrellamenti. Un giorno intercettano quattro<br />
donne, che li insospettiscono, perché sono esageratamente corpulente.<br />
Le perquisiscono e sotto le vesti trovano che sono imbott<strong>it</strong>e di generi<br />
alimentari e munizioni destinate ovviamente ai partigiani. “Ogni<br />
giorno - commenta Massimo - c’era un morto da piangere”. Ma non<br />
piangevano. Avevano altri problemi da risolvere. Quello del v<strong>it</strong>to, ad<br />
esempio.<br />
“S. Antonio fate che torni dalla guerra”: è la<br />
frase che Massimo Mocellini ha scr<strong>it</strong>to di suo<br />
pugno dietro questa fotografia