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Reduce dai “gulag” rischio - Anavalsugana.it

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Borgo<br />

francesi chiamavano sprezzantemente macaronì, ma che lavoravano<br />

duramente soprattutto nelle miniere di carbone. All’armistizio, la<br />

grande fuga. Le strade erano ingombre di ogni genere di cose: zaini,<br />

armi, coperte, vest<strong>it</strong>i… Passavano delle camionette tedesche e, con<br />

altri due di Asiago, Rossetti risale la montagna verso il confine. Una<br />

famiglia francese fornisce vest<strong>it</strong>i civili e qualcuno, dietro compenso,<br />

li guida verso l’Italia. Salgono fino a tremila metri di quota, per<br />

trovare un passaggio non controllato. Per fortuna che hanno ai piedi<br />

i loro scarponi. Arrivano a Bardonecchia e si fermano fuori del<br />

paese. Notano che in una piccola stazione ci sono già i tedeschi e per<br />

attraversare i binari aspettano che faccia buio. In Piemonte trovano<br />

una famiglia di contadini che li osp<strong>it</strong>ano per un po’ in cambio di un<br />

aiuto nei campi.<br />

Arriva finalmente una sorella, avvert<strong>it</strong>a telegraficamente, e lo trae<br />

d’impaccio. Assieme, in treno, r<strong>it</strong>ornano a casa. Per un bel tratto -<br />

sorride Renato - ho viaggiato seduto tra due soldati tedeschi, più<br />

sicuro di così !<br />

2<br />

Il reduce con Mario Del Sorbo

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