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E. CORTELLINI- F. EUGENI- G. EUGENI- R. MASCELLA 59<br />

e <strong>il</strong> nostro cervello sembra essere organizzato a rete. Naturalmente e' un paradigma che<br />

risente dei nostri attuali stati di conoscenza.<br />

- Quale sarà <strong>il</strong> prossimo paradigma secondo Lei ? E' possib<strong>il</strong>e azzardare un'ipotesi<br />

?<br />

Che cosa ci riserverà <strong>il</strong> futuro ? Credo che la tendenza che va verso <strong>il</strong> passaggio dal<br />

concentrato al distribuito, dal localizzato all'esteso, sia irreversib<strong>il</strong>e. Qualunque siano i<br />

mo<strong>del</strong>li di riferimento che <strong>il</strong> futuro ci proporrà saranno sempre piu mo<strong>del</strong>li non arroccati<br />

intorno a funzioni e spazi concentrati, ma saranno mo<strong>del</strong>li che in qualche modo proporranno<br />

una distribuzione <strong>del</strong>le funzioni, di qualunque tipo di funzione si parli,e l'esigenza<br />

<strong>del</strong>la loro connessione<br />

Perché dico questo ? Perché riflettere intorno al problema dei mutamenti degli st<strong>il</strong>i<br />

di pensiero nella f<strong>il</strong>osofia <strong>del</strong>la scienza ? Ho citato all'inizio <strong>il</strong> Neoempirismo; per <strong>il</strong> Neoempirismo<br />

<strong>il</strong> problema <strong>del</strong>la comunicazione <strong>del</strong>la conoscenza era tutto sommato secondario<br />

perché si partiva dal presupposto che esistessero linguaggi tali da essere sostanzialmente<br />

passib<strong>il</strong>i di una lettura intersoggettiva senza fraintendimenti. I linguaggi <strong>del</strong><br />

calcolo e <strong>il</strong> linguaggio <strong>del</strong>l'esperimento, che erano la base dei linguaggi scientifici di quel<br />

periodo, avevano questa caratteristica: i loro segni vengono letti da tutti allo stesso modo.<br />

Questo avviene senza che ci sia bisogno di comunicarsi reciprocamente le interpretazioni.<br />

Da questo punto di vista la comunicazione, lo scambio di informazione, non<br />

aveva un significato così determinante.<br />

Ora invece stiamo comprendendo che l'intelligenza é soprattutto scambio di informazioni,<br />

comunicazione. Una comunicazione che abbia la capacità di lasciare <strong>del</strong>le tracce,<br />

però - in Italia questa idea non ha ancora preso campo. In effetti la comunicazione<br />

che non lascia tracce in forma di informazione archiviab<strong>il</strong>e, come quella telefonica, varrà<br />

sempre di meno, mentre tenderà a valere sempre di più l'informazione che lascia tracce,<br />

archiviab<strong>il</strong>e, riut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e... Io credo che l'importanza crescente <strong>del</strong>la comunicazione,<br />

<strong>del</strong>lo scambio dialogico, <strong>del</strong>l'intelligenza distribuita, <strong>del</strong>le modalità di organizzazione<br />

distribuite, sia comunque una tendenza irreversib<strong>il</strong>e.<br />

♦♦♦♦♦

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