Gli italiani d'Egitto nella seconda guerra mondiale - anpie
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Al centro di raccolta internati di Alessandria - presso le ex-scuole “Littorie”<br />
- scoppiarono dei tumulti, fu decretato lo sciopero della fame e fu inviata<br />
una protesta alla Legazione di Svizzera, alla Delegazione apostolica e alla<br />
Croce Rossa Internazionale.<br />
La protesta resterà senza alcun esito, così come purtroppo, tutte le altre<br />
inviate durante la lunga <strong>guerra</strong>.<br />
Il colonnello E., comandante dei centri di raccolta di Alessandria, con atteggiamento<br />
molto levantino, cercò di calmare gli animi esagitati ripetendo a<br />
tutti: “Abbiate pazienza, signori, vedrete che tutto si accomoderà per il meglio”.ne<br />
in massa degli internati. Qualche giorno dopo il primo annuncio, il colonnello,<br />
con fare sempre levantino, confermò agli internati il loro trasferimento<br />
nei campi di concentramento di Fayed nel corso delle 24 ore. <strong>Gli</strong> internati<br />
dovevano partire con quanto possedevano nelle loro modeste valigie, senza<br />
poter nemmeno avere un ultimo contatto con le famiglie.<br />
Scoppiarono quindi nuovi tumulti con ingiurie e minacce alle guardie. La<br />
rivolta volgeva al peggio quando giunse la notizia che l’incontro con le famiglie<br />
sarebbe avvenuto alla stazione ferroviaria.<br />
Tutto si placa, anche per l’atteggiamento responsabile degli internati stessi,<br />
e si attende l’amara deportazione.<br />
I familiari, fulmineamente avvertiti, sussultarono disperati: “Dove, dove li<br />
portano quei poveretti!”...<br />
Il distacco dalle famiglie<br />
<br />
gente, veniva peraltro collocato <strong>nella</strong> penisola del Sinai e qualcuno accennò<br />
persino alla penisola arabica.<br />
Al momento della partenza un forte contingente di polizia con reparti dell’esercito<br />
in pieno assetto di <strong>guerra</strong> fece salire gli internati negli autobus e a<br />
<br />
abbraccio con le famiglie. Centinaia di soldati, di agenti in borghese, di reparti<br />
di cavalleria presidiavano la stazione affollata da migliaia di curiosi. <strong>Gli</strong><br />
internati arrivavano alla stazione cantando e urlando di rabbia. Il treno mosse<br />
per il Fayed guardato a vista dalle sentinelle e salutato a distanza da congiunti<br />
e amici respinti con violenza se arrischiavano avvicinarsi.<br />
Nelle partenze successive altre scene commoventi. Il treno di Alessandria è<br />
<br />
Gaber, dalle mogli, dai bambini e dalle mamme degli internati. Al passaggio<br />
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