Gli italiani d'Egitto nella seconda guerra mondiale - anpie
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LA GUERRA E GLI ITALIANI D’EGITTO<br />
10 giugno 1940: comincia il conto alla rovescia della disastrosa avventura<br />
che con moto accelerato ci porterà alla tragedia nazionale. Le ostilità debbono<br />
<br />
la triste soglia dell’ex lazzaretto del Gabbari per aprire la via del Calvario<br />
<br />
percorsa con fortezza d’animo e disperato coraggio e al cui termine non si<br />
diata<br />
ed esaltante, ma una somma di sofferenze, di dolori, di rassegnazione<br />
ad un amaro destino che ha coinvolto tutta la Nazione. Eppure, dall’amico<br />
Paese che ci ospitava non ci si aspettava un sì duro trattamento, anche se è<br />
pur vero che gli egiziani furono solo strumento - e a volte non sempre docile -<br />
della potenza occupante.<br />
Amicizia verso l’Egitto<br />
STELLETTE E<br />
GRIGIOVERDE<br />
di Vincenzo Di Gregorio<br />
Allo scoppio della <strong>guerra</strong>, fra l’altro, il Governo italiano pubblicò una<br />
solenne dichiarazione in cui si proclamava pieno rispetto per la sovranità<br />
e l’integrità dell’Egitto: era un’ennesima prova di amicizia che aveva<br />
<br />
relazioni diplomatiche tra Roma e il Cairo. Ci fu solo un’interruzione di<br />
rapporti imposta all’Egitto dal Governo di Londra e sancita dalle operazioni<br />
militari.<br />
In fondo, l’atteggiamento dell’Italia era coerente con una politica di amicizia<br />
tradizionale e secolare, la cui ultima manifestazione si ebbe nel<br />
1936. A Montreux, quando si avviarono le trattative per l’abolizione del<br />
<br />
prima ad esprimersi in favore delle legittime aspirazioni egiziane di fronte<br />
alle riserve e alle tergiversazioni di altre parti.<br />
to<br />
- sempre e comunque fedeli alla Patria, a quell’immagine idealizzata<br />
e sognata sotto tutti i cieli e in tutti i tempi dagli <strong>italiani</strong> all’estero - si<br />
sentirono imbarcati sulla fragile navicella d’Italia, destinata a infrangersi<br />
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