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Gli italiani d'Egitto nella seconda guerra mondiale - anpie

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ardo-Veneto. Al gen. de Laugier, comandante degli intrepidi goliardi di<br />

Curtatone e Montanara, gli Italiani d’Egitto donano due pistole turche,<br />

pegno di ammirazione per tanto eroismo.<br />

Ma la “fatal Novara”spinge altri profughi verso la terra del Nilo, ove si<br />

spera e si crede fermamente nel compimento della nostra libertà.<br />

Il “decennio di preparazione” vede anche in Egitto fervide iniziative:<br />

gli <strong>italiani</strong> colà residenti non sono sordi all’appello del Gioberti, che<br />

esorta i consoli sardi a risvegliare il sentimento della nazionalità, “perché<br />

la Patria fosse tolta a straniero servaggio”.<br />

Nuova sottoscrizione nel 1855 per i combattenti di Crimea - ove <strong>italiani</strong><br />

d’Egitto sono in posti di responsabilità fra le truppe egiziane schierate<br />

<br />

inviare “alla prima provincia italiana che fosse insorta contro lo straniero”,<br />

e di cento cannoni destinati a munire la fortezza di Alessandria in<br />

previsione di una nuova <strong>guerra</strong> contro l’impero bicipite.<br />

La <strong>seconda</strong> <strong>guerra</strong> d’indipendenza vede la partenza di volontari <strong>italiani</strong><br />

dall’Egitto: non una nave salpa verso l’Italia, tra l’aprile e il giugno<br />

1859, senza nuclei di uomini e somme raccolte per sostenere lo sforzo<br />

bellico. Villafranca sorprende dolorosamente la collettività, che “accarezzava<br />

maggiori idee e il compimento dei destini della Patria”. Esultanza<br />

e manifestazioni di giubilo salutano le “Annessioni”, mentre nell’aria<br />

si sentono le prime avvisaglie dell’epopea garibaldina.<br />

Uomini e armi partono da Alessandria verso la Sicilia, non appena i “Mille”<br />

sbarcano a Marsala per liberare il Mezzogiorno dal Borbone. E proprio<br />

recentemente, l’apposita rubrica di una rivista ricordava che, nel<br />

luglio 1875, giungeva a Garibaldi un dono di 7.826 lire in oro, inviate<br />

dagli <strong>italiani</strong> residenti in Egitto. Presentito e atteso giunge l’annuncio, il<br />

27 marzo 1861, della solenne approvazione della legge che proclama il<br />

Regno d’Italia con Roma capitale.<br />

Alcuni giorni prima è sancita dalla collettività la fondazione del “Col-<br />

l’”Ospedale<br />

Europeo” del Cairo: una sintonia con gli avvenimenti patri,<br />

un fervore di iniziative che dimostrano una coscienza nazionale radicata<br />

e diffusa fra gli Italiani d’Egitto ancor prima che in alcuni strati della<br />

Penisola.<br />

L’unità d’Italia rinfranca e rasserena la collettività, che si sente ormai<br />

politicamente tutelata da un solo Governo: non più sardi, napoletani, veneti<br />

dipendenti da vari consolati, ma <strong>italiani</strong> e soltanto <strong>italiani</strong> che guar-<br />

<br />

capitale.<br />

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