Gli italiani d'Egitto nella seconda guerra mondiale - anpie
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l’assillo permanente degli Inglesi.<br />
Il comando inglese, pur avendo impartito ordini severissimi con la minaccia<br />
di rigorose rappresaglie, non solo non riuscì mai ad impedire le fughe, ma<br />
<br />
Si fuggiva dai campi di giorno e di notte con stratagemmi inimmaginabili.<br />
<br />
sava<br />
indifferente in pieno giorno davanti alle guardinghe sentinelle indiane<br />
che, secondo il comunicato del colonnello inglese, provenivano da un corpo<br />
speciale addestrato a vedere bene di notte e al buio e d’impedire le evasioni<br />
con le fucilate.<br />
Altri studiavano per giorni e giorni i movimenti delle sentinelle, i quarti di<br />
-<br />
<br />
Due internati tentarono di evadere scavando nel terreno della tenda una<br />
profonda galleria, che doveva sbucare fuori del recinto reticolato. Scoperti<br />
dagli Inglesi poco prima dell’avventurosa fuga si sentirono congratulare da<br />
un maggiore con queste parole: “Siete stati bravi, ma non avete avuto fortuna”.<br />
Per premio ebbero la cella di rigore.<br />
L’ordinamento interno dei campi, la gestione amministrativa, la discipli-<br />
mi<br />
per ogni singolo campo composto da internati.<br />
Essi si componevano d’internati volontari che, con il beneplacito del comando<br />
inglese, si adattavano ai più disparati servizi: comandante (capocampo),<br />
vice comandante, cambusiere, cuciniere, marmittone, carrettiere,<br />
spazzino, caffettiere,portalettere, spaccalegna, portaordini, eccetera. Era un<br />
volontariato oneroso, pieno di fastidi, accettato comunque con abnegazione<br />
in nome d’un comune interesse, volto a salvaguardare la fragile esistenza<br />
quotidiana.<br />
Il comandante era “buono” o “cattivo” <strong>nella</strong> misura con cui sapeva migliorare<br />
il rancio e aiutare il prossimo. Doveva essere una specie di taumaturgo,<br />
altrimenti veniva messo in crisi dalla protesta “popolare” e indotto alle dimissioni.<br />
Nella nuova realtà<br />
Nel quadro di questa struttura s’innestava la nuova realtà quotidiana:<br />
adunata tutte le mattine e tutte le sere per la “conta”, la coda per prendere<br />
il rancio, spesso scarso e immangiabile (il pane era umido e infarcito di<br />
ogni indigeribile mistura, i legumi pieni di bestioline), la pulizia alla ten-<br />
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