Gli italiani d'Egitto nella seconda guerra mondiale - anpie
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d’Egitto cadono in Africa settentrionale; Italiani d’Egitto sono a El Alamein,<br />
liani<br />
d’Egitto sono sui ghiacciai di Russia, partecipano alla rovinosa ritirata<br />
<br />
e dedizione. La tragedia però si avvicina, nuovi lutti incombono.<br />
<br />
L’8 settembre 1943 spacca il Paese, mette in crisi le coscienze, costringe a<br />
scelte comunque dolorose. Appena il giorno dopo, nel Tirreno, insieme con<br />
tanti prodi marinai, cola a picco, colpita a morte dalla rabbiosa reazione tedesca,<br />
la corazzata “Roma” dell’amm. Bergamini: vicino a lui è un giovane uf-<br />
<br />
ma ubbidisce sereno all’imperativo del giuramento, lo sguardo purissimo<br />
volto verso il Tricolore, che s’inabissa con la bella unità.<br />
Nelle stesse terribili giornate, altro sangue versano gli Italiani d’Egitto. A<br />
Roma e nei dintorni sono concentrati “Centri” speciali di arditi e guastatori,<br />
che solo in parte hanno trovato impiego in Africa settentrionale: sono per la<br />
li,<br />
graduati e truppa.<br />
Dall’Egitto viene anche il loro cappellano, che molti hanno avuto insegnante<br />
sui banchi di scuola. La violenza nazista è decisa a mettere tutto a ferro e a<br />
fuoco: a contrastarli, a Porta S. Paolo viene inviato d’urgenza un reparto,<br />
<br />
fuoco, il reparto lotta allo scoperto, le camionette italiane sono investite da<br />
<br />
indimenticabile compagno di studi, è colpito a morte da una scheggia di<br />
mortaio. Altri restano gravemente feriti e porteranno per sempre mutilazioni<br />
e invalidità.<br />
Non pochi, fedeli al giuramento, vengono deportati nei campi in Germania,<br />
campi non di internamento, ma di sterminio. Abbiamo in quel tempo<br />
ascoltato il messaggio di un giovane sottotenente - anch’egli nostro compa-<br />
<br />
suo saluto al padre, internato in un campo di concentramento britannico in<br />
Egitto.<br />
Qualcuno dalla Germania non tornerà più, stroncato dalla fame, dal freddo,<br />
dalle malattie, dai tormenti inumani, vittime della vendetta. E tra quelli<br />
che riescono a sopravvivere e a tornare, c’è chi pagherà a distanza di anni le<br />
conseguenze delle vessazioni e delle indicibili privazioni.<br />
24 marzo 1944. l’ira tedesca sfoga in una esecranda strage le perdite subite<br />
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