Gli italiani d'Egitto nella seconda guerra mondiale - anpie
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al suo culto viene cresciuto, sui giovani soprattutto. E si crede, fermamente<br />
si crede, con purezza di spirito, con onestà di intenti, senza rancore<br />
verso chi sapeva e non volle dire o disse sapendo di mentire.<br />
Dono alla Patria<br />
Il 2 ottobre 1935 le truppe italiane passano il Mareb: l’Italia - è or-<br />
<br />
mondo accorrono i volontari. In Egitto la tradizione si conferma: a migliaia<br />
si presentano gli <strong>italiani</strong>, a decine sono presenti nelle due legioni<br />
di volontari dall’estero che partecipano alle operazioni sul fronte somalo.<br />
Commovente il dono dell’oro alla Patria: furono circa due quintali, ma<br />
<br />
morale, la spontaneità dell’offerta, la gara nobile e generosa di umili e<br />
di abbienti per l’Italia impegnata in una <strong>guerra</strong> che da vicino toccava<br />
gli <strong>italiani</strong> d’Egitto: il passaggio delle nostre navi con le truppe dirette<br />
in Africa Orientale fu sempre occasione per manifestare solidarietà, per<br />
ribadire il vincolo che univa, <strong>nella</strong> visione della Patria lontana, chi era a<br />
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Ma nello stesso anno 1936 comincia la rottura di un incantesimo, ha<br />
inizio il travaglio degli <strong>italiani</strong> d’Egitto, che subiscono stringendo i denti.<br />
<br />
metodica, attenuata però dal rispetto per il nostro lavoro.<br />
Nel 1938, l’incrinatura: le leggi razziali, inutili e crudeli, suscitano<br />
la giusta e sacrosanta indignazione degli <strong>italiani</strong> colpiti, molti dei quali<br />
sono stati valorosi combattenti, sempre validi assertori della Patria, ora<br />
<br />
ispirazione nazista sulla collettività ed è giusto titolo di onore: non si<br />
comprende una discriminazione che dalla sera alla mattina colpisce chi<br />
tenenza<br />
alla terra comune.<br />
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