Gli italiani d'Egitto nella seconda guerra mondiale - anpie
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sugli scogli di una catastrofe generale.<br />
“Right or wrong, my country”: ogni altra considerazione esulava dalla<br />
mente degli ottomila connazionali che - soldati senz’armi - videro per<br />
circa cinque lunghi anni il loro orizzonte racchiuso tra cielo e sabbia,<br />
nell’esasperante monotonia del deserto, senza distinzione di ceto, laici e<br />
religiosi, spesso alla mercé degli umori di carcerieri sempre armati che<br />
alternavano la spietata persecuzione allo scherno feroce, a <strong>seconda</strong> delle<br />
vicende della <strong>guerra</strong>.<br />
Non furono risparmiate nemmeno le donne, che non poche furono rinchiuse<br />
a Mansurah, perché … ritenute pericolose per la sicurezza delle<br />
forze britanniche.<br />
Nello stesso tragico giugno, molti Italiani nati in Egitto - per lo più giovani<br />
e giovanissimi - giungevano in Italia per un periodo che la propa-<br />
<br />
via li avevano preceduti.<br />
Anch’essi risposero all’appello della Patria in armi, rinverdendo una mai<br />
sopita e documentata tradizione.<br />
E a questa vogliamo accennare, memori e orgogliosi. <strong>Gli</strong> Italiani d’Egitto,<br />
però, ricordano non per presentare conti e rivendicare privilegi, ma<br />
perché guardano e ribadiscono un loro indiscusso primato morale in tutte<br />
le vicende della Patria.<br />
Le guerre d’indipendenza<br />
E’ l’alba del Risorgimento. Conclusasi la parabola napoleonica, la<br />
reazione costringe alla fortunosa via dell’esilio molti <strong>italiani</strong> che avevano<br />
creduto nell’incipiente libertà: si rifugiano in Egitto, ove trovano<br />
ospitalità nel nucleo di quella che doveva poi divenire la più prosperosa<br />
collettività italiana del Mediterraneo. E in Egitto si continua a sperare<br />
nei destini d’Italia, si cospira e si lavora. La sera del 7 luglio 1819, ad<br />
<br />
di una dimostrazione contro l’assolutismo della S. Alleanza. La Costituzione<br />
di Spagna - concessa da Carlo Alberto nel marzo 1821 - sprona gli<br />
esuli, che numerosi si affrettano a ritornare in Italia per partecipare agli<br />
<br />
di patrioti perseguitati: attorno al 1830 è sicura l’esistenza - per lo meno<br />
in Alessandria - di un nucleo della “Giovine Italia”.<br />
Monzambano, Valeggio, Pastrengo, la gloria di Goito esaltano i nostri<br />
connazionali e copiose sono le sottoscrizioni e le raccolte di aiuti in favore<br />
dei feriti della prima <strong>guerra</strong> d’indipendenza e degli esuli dal Lom-<br />
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