Le origini del coniglio di Carmagnola - Biozootec
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ar<strong>di</strong>, il quale negli Atti (pubblicati nel 1883) tratteggiava anche<br />
le con<strong>di</strong>zioni <strong>del</strong>la coniglicoltura nella regione. Il quadro<br />
presentato per la provincia <strong>di</strong> Torino confermava una situazione<br />
<strong>di</strong> scarso sviluppo, in cui i conigli venivano considerati<br />
più dannosi che vantaggiosi, e testimoniava anche <strong>di</strong> un esperimento<br />
industriale fallito, attuato in Torino ad opera dei fratelli<br />
Costamagna, negozianti <strong>di</strong> pellicce.<br />
Anche nelle pagine de<strong>di</strong>cate alla provincia <strong>di</strong> Cuneo si trova<br />
traccia <strong>di</strong> esperimenti tentati senza successo per far decollare<br />
la coniglicoltura, che risultava confinata nell’esclusivo uso familiare.<br />
La coniglicoltura, realtà <strong>di</strong> fatto presente con un suo peso<br />
nella quoti<strong>di</strong>anità <strong>del</strong>la vita <strong>del</strong>le campagne, restava perciò<br />
relegata sullo sfondo, ben meno considerata, valutata e curata<br />
<strong>del</strong>l’altra attività <strong>di</strong> allevamento familiare <strong>di</strong>ffuso che era la<br />
pollicoltura (anch’essa comunque ancora ben lontana da<br />
con<strong>di</strong>-zioni <strong>di</strong> autentica red<strong>di</strong>tività). Nella stessa Inchiesta<br />
Jacini il pollaio e il maiale sono considerati fra i cespiti che<br />
determinano il red<strong>di</strong>to <strong>di</strong> un bifolco, mentre il <strong>coniglio</strong> non<br />
compare.<br />
Il <strong>coniglio</strong> grigio comune<br />
All’epoca <strong>del</strong> Demarchi e fino ai primi decenni <strong>del</strong> Novecento,<br />
periodo in cui il <strong>coniglio</strong> era <strong>di</strong>venuto una realtà presente<br />
in gran parte <strong>del</strong>le aziende agricole e <strong>del</strong>le abitazioni<br />
<strong>del</strong>le campagne <strong>del</strong> Piemonte, la popolazione cunicola <strong>del</strong>la<br />
regione non si <strong>di</strong>scostava da quella <strong>di</strong>ffusa un po’ dovunque<br />
nel nostro Paese, in<strong>di</strong>cata con il nome generico <strong>di</strong> <strong>coniglio</strong><br />
nostrano o comune. Scriveva il manualista e grande stu<strong>di</strong>oso<br />
<strong>di</strong> coniglicoltura italiana Giuseppe Licciar<strong>del</strong>li nel 1897 (in<br />
Coniglicoltura pratica) che questo animale, allevato in modo<br />
più razionale e con opportuni incroci, avrebbe potuto dare<br />
una produzione <strong>di</strong> carne notevole e anche gran<strong>di</strong> guadagni.