Le origini del coniglio di Carmagnola - Biozootec

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Le performance del Grigio
I primi anni di selezione
La valutazione morfologica dei soggetti e della loro progenie,
nella quale si è spesso osservata una disgiunzione dei caratteri,
ha costituito il primo passo nel tentativo di creare un nucleo di
soggetti corrispondenti allo standard.
Nel corso degli anni si è sempre posta molta attenzione
nell'evitare una eccessiva consanguineità, non accoppiando fra
di loro soggetti con un coefficiente di parentela, calcolato fino
alla quarta generazione, troppo elevato.
Purtroppo un grave episodio infettivo ha portato, dopo diciotto
mesi di lavoro, a dover eliminare tutti gli animali pre-senti in
allevamento, perdendo il materiale già selezionato. Ciò nonostante
era stato possibile verificare il buon valore zootecnico
della popolazione studiata: questa constatazione ha indotto a
perseverare nel progetto di recupero della razza, studiandone le
caratteristiche morfologiche (colore), i para-metri riproduttivi
(sia nelle femmine sia nei maschi) e produttivi (accrescimenti,
indici di conversione alimentare, rese alla macellazione), senza
trascurare la qualità delle produzioni (carcasse e carni).
Ripartiti con un secondo gruppo di animali (circa 20 femmine
e 6 maschi) sempre provenienti dalla zona, dopo pochi anni di
selezione, nel triennio 1984-87, nel nucleo in allevamento si è
registrata una fertilità globale nella norma (62-63%), con un
numero di nati per parto superiore a 8 e pesi soddisfacenti (620
g a 28 giorni di età, 1630 g a 60 giorni e 2650 g a 90 giorni).
Questi valori consentivano di affermare che il Grigio di Carmagnola
dimostrava quindi di adattarsi bene ad un allevamento semi-intensivo
in netta contrapposizione con le tecniche prima
adottate.
La sperimentazione si pone, a questo punto, l’obiettivo di
ottenere un nucleo sufficientemente grande di riproduttori dalle
caratteristiche fenotipiche e quindi genotipiche omogenee e
rispondenti allo standard proposto. Il tempo necessario è lungo