Le origini del coniglio di Carmagnola - Biozootec

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XX secolo il panorama cunicolo mondiale si arricchisce di
molte e nuove razze e varietà.
Il veterinario francese Charles Cornevin nel suo Trattato di
zootecnica generale (1891) distingue dodici razze di conigli:
comune, lepre belga, argentato, gigante pezzato o papillon
inglese, focata, giapponese, angora, gigante di Fiandra, russo,
ariete, olandese; cita inoltre anche lui la presenza di soggetti
privi di padiglione auricolare (poi soppressi dal loro
allevatore) come derivazione da quelli con orecchie pendenti
(carattere ariete o lop).
A partire da qui, e fino alla seconda guerra mondiale, grazie
anche alle tecniche d’allevamento più razionali e alla pubblicazione
di numerosi trattati sull’allevamento dei conigli –
tra cui quelli degli italiani Giuseppe Licciardelli (Coniglicoltura
pratica, del 1897), Ferruccio Faelli (Animali da cortile,
del 1914), Francesco Maiocco (Il coniglio, del 1932) – si
ha una proliferazione di razze che hanno dato luogo alla maggior
parte degli standard e l'introduzione di concetti moderni
sia nella costruzione dei ricoveri sia nella gestione dell'allevamento.
Le gabbie utilizzate possono essere: gabbie con parchetti,
gabbie mobili, gabbie ruotanti, gabbie fatte con botti.
In questi anni è inoltre da ricordare che il coniglio non è allevato
esclusivamente per la produzione della carne ma,
sfruttando colori e mutazioni favorevoli, anche per la pelliccia
(razze bianche, Argentata di Champagne, Blu di Vienna,
Avana, Cincilla, Rex e Satin), per la produzione di filato
pregiato (l’angora, prodotto dal coniglio della razza omonima,
da non confondere con il mohair, prodotto dalla capra d’Angora),
per la produzione di feltro.
Nel periodo dell’ultima guerra mondiale si ha un grande sviluppo
dell’allevamento del coniglio in tutta Europa, per permettere
alla popolazione di far fronte alla penuria di carne
proveniente dalle grandi specie e, in queste difficili condi-