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Documento 3 - Sistema informativo sovracomunale - Alto Milanese

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COMUNE DI TURBIGO PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO<br />

Stato di conservazione: non favorevole/inadeguato.<br />

A251 Hirundo rustica – Rondine: la rondine è un passeriforme insettivoro la cui distribuzione è limitata dalla<br />

presenza di siti idonei alla nidificazione e da adeguate risorse trofiche. La specie nidifica, spesso in forma<br />

coloniale, in posti riparati di pareti verticali (naturali o di fabbricati) in aree dove sia possibile reperire terreno<br />

umido da utilizzare per la costruzione del nido, mentre si ciba di insetti catturati in volo. La specie evita<br />

soltanto gli ambienti aridi e quelli forestali, così come i centri urbani delle grandi città, mentre predilige i piccoli<br />

insediamenti rurali dove nidifica all‟interno delle cascine, sotto i portici, nei ballatoi o nelle stalle. L‟habitat è<br />

caratterizzato da una dominanza di seminativi o di aree agricole estensive, ancorché sia tollerata una discreta<br />

presenza di superficie urbana, dalla pianura fino a circa 1.000 m, anche se, localmente, può arrivare a 1.800<br />

m, dove trova adeguate condizioni ambientali e il clima non è troppo freddo e umido.<br />

In Lombardia la rondine è molto diffusa e comune in pianura e nelle valli. In Lombardia, l‟analisi demografica<br />

evidenzia una netta tendenza negativa, che ha condotto alla perdita di circa il 60% della popolazione tra il<br />

1992 e il 2007, con un decremento medio annuo del 4%. Nel 1992 la popolazione regionale ammontava a<br />

quasi 200.000 coppie, mentre attualmente è ridotta a circa 80.000 coppie. Presente nel Sito come migratrice<br />

regolare e nidificante. Tra le misure da adottare appare sicuramente auspicabile l‟avvio di progetti di<br />

educazione e sensibilizzazione per limitare la persecuzione diretta della specie nei siti di nidificazione, ma<br />

anche l‟adozione di misure che incentivino la tutela dei siti stessi e nello stesso tempo favoriscano l‟adozione<br />

di pratiche agricole a basso impatto (es. limitato uso di insetticidi).<br />

Stato di conservazione: non favorevole/inadeguato.<br />

A288 Cettia cetti – Usignolo di fiume: l‟usignolo di fiume è un silvide che vive in ambienti piuttosto eterogenei,<br />

caratterizzati da fitta copertura di vegetazione erbacea ed arbustiva, anche di limitata estensione. Nidifica<br />

generalmente in folti arbusti che fiancheggiano i corpi acquatici, nelle tipiche associazioni vegetazionali degli<br />

ambienti palustri e nel fitto sottobosco di boschetti e filari. Occupa anche ambienti agricoli aridi o fortemente<br />

degradati, dove sfrutta le aggregazioni arbustive isolate (Orioli, 2008f).<br />

In Lombardia la specie è sedentaria, migratrice parziale, presumibilmente in relazione alle rigide condizioni<br />

meteorologiche invernali, e svernante, con individui provenienti dall‟Europa centroorientale. Le capacità di<br />

adattamento ad ambienti di origine antropica e ad ambienti naturali degradati favorisce la stabilità dell‟usignolo<br />

di fiume, che non necessita perciò di particolari interventi di conservazione. È opportuno comunque<br />

sottolineare l‟importanza della gestione degli ambienti agricoli estensivi che costituiscono il 30% degli habitat<br />

ottimali per la specie (Orioli, 2008f).<br />

Stato di conservazione: favorevole.<br />

A298 Acrocephalus arundinaceus – Cannareccione: il cannareccione è uno dei più tipici uccelli dei canneti nei<br />

quali nidifica normalmente presso l‟acqua, su canne molto alte, solide e verticali. Le sue preferenze vanno per<br />

le canne di almeno due anni di età delle specie Phragmites australis e Typha angustifolia con un diametro non<br />

inferiore ai 6,5 mm e con una densità non superiore ai 34-62 steli per metro quadrato. In questi ambienti i<br />

cannareccioni possono raggiungere densità di popolazione notevoli: fino a 18 nidi attivi per ettaro (Massa,<br />

2008g).<br />

Questa specie è legata all‟esistenza di canneti estesi e di buona qualità. Le minacce per la sua conservazione<br />

vengono pertanto ricondotte alla riduzione delle aree coperte da canneti, all‟eutrofizzazione di laghi e stagni,<br />

alla meccanizzazione dell‟agricoltura e alla riduzione degli artropodi utilizzati come cibo (Massa, 2008g).<br />

Stato di conservazione: favorevole.<br />

STUDIO DI INCIDENZA. DEL P.G.T.<br />

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