CULTURA E DEMOCRAZIA TRA COSTITUZIONE ... - USP di Vicenza

14 MARCO GIAMPIERETTI
che concorrono, ciascuna nel proprio ambito, a realizzare il fondamentale
diritto alla cultura 57 , inteso come diritto alla formazione
intellettuale della persona attraverso l’acquisizione di ogni
valore – materiale o immateriale – suscettibile di ampliarne la conoscenza
e l’esperienza e di sollecitarne e arricchirne la consapevolezza
e la sensibilità 58 .
Il secondo principio, solo apparentemente antitetico al
primo, è ricavabile dall’art. 33, co. 1, Cost., secondo cui «l’arte e
la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento» (libertà dell’arte
e della scienza; libertà dell’insegnamento). Tale norma, che
rappresenta l’altro cardine per la ricostruzione di una disciplina
della materia, pone un limite all’azione dei poteri pubblici, i
senso sostanziale – che vuol essere cioè uno Stato sociale – e perciò appunto si propone
il perfezionamento della personalità di tutti i consociati e il progresso materiale
e spirituale della società nella sua integrità (artt. 1-4 della Cost.), gli obiettivi dello sviluppo
della cultura, del gusto estetico, della ricerca scientifica e tecnica (avuti di mira
dall’art. 9) si collocano manifestamente come strumentali; e, rispetto ad essi, la tutela
ad opera dei pubblici poteri, del patrimonio paesistico, artistico e storico del paese si
rivela, a propria volta, come mezzo al fine».
Per una distinzione tra accessibilità (giuridica) e fruizione (effettiva) dei beni culturali,
con particolare attenzione alle conseguenze che ne derivano sul piano applicativo,
v. G. CLEMENTE DI SAN LUCA, R. SAVOIA, Diritto dei beni culturali, Napoli, Jovene,
2005, 285 ss.
57 V., per tutti, M. AINIS, Cultura e politica. Il modello costituzionale, cit., 117, secondo
cui l’art. 9 Cost. prevede un’ipotesi di «attività discrezionale dei pubblici poteri
finalizzata allo sviluppo d’un diritto, per l’appunto, sociale: il diritto alla cultura».
58 Cfr. F. SANTORO PASSARELLI, I beni della cultura secondo la Costituzione, in
AA.VV., Studi per il ventesimo anniversario dell’Assemblea costituente, Firenze, Vallecchi,
1969, II, 435. Nello stesso senso Corte cost. 9 marzo 1990, n. 118, in cui si afferma
che «lo Stato deve curare la formazione culturale dei consociati alla quale concorre
ogni valore idoneo a sollecitare e ad arricchire la loro sensibilità come persone, nonché
il perfezionamento della loro personalità ed il progresso anche spirituale oltre che
materiale». Cfr. inoltre M. AINIS, M. FIORILLO, I beni culturali, in Trattato di diritto amministrativo.
Diritto amministrativo speciale, a cura di S. Cassese, II, Milano, Giuffrè,
2000, 1061-1062, secondo cui la funzione dell’art. 9 Cost., unitamente all’art. 33, è
quella di introdurre nel nucleo di fini-valori della Carta costituzionale il «valore estetico-culturale:
un valore, cioè, diverso e conflittuale rispetto ai valori dell’industria e
del profitto dominanti nelle società contemporanee». Esso rappresenterebbe pertanto
un «cuneo attraverso il quale nel dettato costituzionale irrompe l’esigenza di assicurare
il progresso culturale della società civile»: un’esigenza cui «deve piegarsi l’azione dei
pubblici poteri».