CULTURA E DEMOCRAZIA TRA COSTITUZIONE ... - USP di Vicenza
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20 MARCO GIAMPIERETTI<br />
fatti e comportamenti senza farsi con<strong>di</strong>zionare da dogmatismi e<br />
propagande 80 , rappresenti la migliore garanzia <strong>di</strong> funzionamento<br />
del sistema democratico 81 e il migliore antidoto a eventuali degenerazioni<br />
autoritarie. Se è vero infatti che la democrazia – intesa<br />
in senso sostanziale e non soltanto procedurale – è innanzitutto<br />
un «governo <strong>di</strong> opinione» 82 , cioè un governo fondato sulla pubblica<br />
opinione ed esercitato sotto il suo costante controllo 83 , è<br />
naturale che la qualità della pubblica opinione abbia un’imme<strong>di</strong>ata<br />
ricaduta sulla stessa qualità della democrazia.<br />
Una democrazia che, secondo la nostra Costituzione, non è<br />
soltanto rappresentativa ma anche partecipativa 84 . La sovranità,<br />
che ai sensi dell’art. 1, co. 2, Cost. «appartiene» al popolo, non si<br />
del sapere o delle pratiche precedenti, e soprattutto attraverso la critica del proprio <strong>di</strong>scorso».<br />
80 Cfr. N. BOBBIO, Politica e cultura, cit., 3, secondo cui cultura non significa eru<strong>di</strong>zione,<br />
sapere enciclope<strong>di</strong>co, bensì «misura, ponderatezza, circospezione: valutare<br />
tutti gli argomenti prima <strong>di</strong> pronunciarsi, controllare tutte le testimonianze prima <strong>di</strong><br />
decidere, e non pronunciarsi e non decidere mai a guisa <strong>di</strong> oracolo dal quale <strong>di</strong>penda,<br />
in modo irrevocabile, una scelta perentoria e definitiva». Sul punto v. inoltre L. CAR-<br />
LASSARE, Cultura e televisione, cit., 19.<br />
81 Per un’idea <strong>di</strong> democrazia critica, caratterizzata dallo «spirito della possibilità»<br />
e dal rifiuto <strong>di</strong> decisioni irreversibili, come «regime inquieto, circospetto, <strong>di</strong>ffidente<br />
nei suoi stessi riguar<strong>di</strong>, sempre pronto a riconoscere i propri errori, a rimettersi in<br />
causa, a ricominciare da capo», v. G. ZAGREBELSKY, Il «crucifige!» e la democrazia, cit.,<br />
106 ss. 82 Così, per tutti, A. V. DICEY, Lectures on the Relation Between Law and Public<br />
Opinion in England During the XIX Century, London-New York, MacMillan, 1905 [tr.<br />
it. Diritto e opinione pubblica nell’Inghilterra dell’Ottocento, Bologna, Il Mulino, 1997,<br />
3]; G. SARTORI, Democrazia. Cosa è, cit., 59, il quale sottolinea che «tutto l’e<strong>di</strong>ficio<br />
della democrazia poggia, in ultima analisi, sull’opinione pubblica».<br />
83 N. BOBBIO, Il futuro della democrazia, cit., 86, secondo cui «si può definire il<br />
governo della democrazia come il governo del potere pubblico in pubblico».<br />
84 V, da ultimo, M. LUCIANI, Democrazia rappresentativa e democrazia partecipativa,<br />
in AA.VV.,La sovranità popolare nel pensiero <strong>di</strong> Esposito, Crisafulli, Pala<strong>di</strong>n, cit.,<br />
183-184, secondo cui il modello <strong>di</strong> democrazia delineato dalla Costituzione è <strong>di</strong> tipo<br />
«rappresentativo-partecipativo»: un modello nel quale gli istituti della partecipazione<br />
(iniziativa legislativa popolare, petizione, referendum) si innestano sul tronco del sistema<br />
rappresentativo, con l’effetto che il popolo «ha sia il potere eleggere i propri<br />
rappresentanti (e <strong>di</strong> controllarne l’operato, con facoltà sanzionatoria), sia quello <strong>di</strong><br />
partecipare con appositi istituti alle decisioni pubbliche, sino a poter procedere anche<br />
alla loro “<strong>di</strong>retta” assunzione attraverso specifiche votazioni».