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CULTURA E DEMOCRAZIA TRA COSTITUZIONE ... - USP di Vicenza

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2 MARCO GIAMPIERETTI<br />

tiva partecipazione ha per con<strong>di</strong>zione essenziale un’educazione<br />

adeguata a creare in esso la coscienza <strong>di</strong> essere il titolare del potere<br />

al cui servizio sta l’apparato statale». Una con<strong>di</strong>zione che<br />

non è ancora pienamente raggiunta, «anzi, neppure realmente<br />

perseguita, benché si <strong>di</strong>sponga oggi <strong>di</strong> mezzi imponenti. Eppure<br />

antica è la consapevolezza del suo valore» 2 .<br />

Quello dei rapporti tra cultura e democrazia non è in effetti<br />

un problema nuovo. Fin dalle origini del pensiero politico la democrazia<br />

è stata spesso associata all’idea negativa del governo<br />

della massa (plèthos, ochlos) rozza, incompetente, egoista, arrogante<br />

e faziosa, come tale incapace <strong>di</strong> assicurare la realizzazione<br />

del buon or<strong>di</strong>ne sociale (eunomía) e dell’unione politica della<br />

collettività (politèia) 3 .<br />

Nel famoso <strong>di</strong>alogo, narrato da Erodoto, tra Otane, Megabizo<br />

e Dario sulla futura forma <strong>di</strong> governo della Persia dopo la ribellione<br />

contro i Magi del 522-521 a.C. si afferma che «nulla […]<br />

v’è <strong>di</strong> più stolto e <strong>di</strong> più insolente che una moltitu<strong>di</strong>ne incapace»,<br />

chiedendosi come possa ben governare colui che «non ha ricevuto<br />

istruzione né ha conosciuto nulla <strong>di</strong> buono e <strong>di</strong> conveniente<br />

e che sconvolge i pubblici affari buttandovisi dentro senza <strong>di</strong>scernimento<br />

simile a un torrente in piena» 4 . Si tratta del tipico argo-<br />

2 L. CARLASSARE, La «Dichiarazione dei <strong>di</strong>ritti» del 1789 e il suo valore attuale, in<br />

AA.VV., Principi dell’89 e Costituzione democratica, cit., 44-45. Sull’argomento v., inoltre,<br />

ID., Cultura e televisione: i principi costituzionali, in Dir. inf., 1994, 7 ss.<br />

3 V., al riguardo, L. CANFORA, La democrazia come violenza, in ANONIMO ATE-<br />

NIESE, La democrazia come violenza, a cura <strong>di</strong> L. Canfora, Palermo, Sellerio, 1998, cit.,<br />

53 ss., nonché, più <strong>di</strong> recente, ID., La democrazia. Storia <strong>di</strong> un’ideologia, Roma-Bari,<br />

Laterza, 2008, 33, il quale sottolinea come la stessa etimologia del termine richiami<br />

l’immagine dello scontro e della sopraffazione violenta, trattandosi <strong>di</strong> una definizione<br />

coniata dai ceti più elevati per in<strong>di</strong>care il «dominio» (kràtos) dei «non possidenti» (démos)<br />

che «dopo avere riportato la vittoria, ammazzano alcuni avversari, altri ne cacciano<br />

in esilio e <strong>di</strong>vidono con i rimanenti, a con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> parità, il governo e le cariche<br />

pubbliche» (PLATONE, Repubblica, VIII, 557a). Nello stesso senso v. G. ZAGREBEL-<br />

SKY, Imparare democrazia, Torino, Einau<strong>di</strong>, 2007, 3-4.<br />

4 ERODOTO, Storie, III, 80-83. Sulla natura «circolare» <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>alogo, nel quale<br />

ciascuno degli interlocutori – rispettivamente sostenitori della democrazia, dell’aristocrazia<br />

e della monarchia – finisce, a turno, per dare lo spunto all’altro per <strong>di</strong>struggere<br />

i propri argomenti, v., <strong>di</strong> recente, G. CARILLO, Katechein. Uno stu<strong>di</strong>o sulla democrazia

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