CULTURA E DEMOCRAZIA TRA COSTITUZIONE ... - USP di Vicenza
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16 MARCO GIAMPIERETTI<br />
i pubblici poteri non possano orientarla a determinati fini ma<br />
debbano limitarsi a creare le con<strong>di</strong>zioni, i presupposti, che ne assicurino<br />
una libera esistenza e un libero sviluppo 64 . L’esperienza<br />
insegna infatti che <strong>di</strong>fficilmente la cultura può essere libera se<br />
viene abbandonata alle sue sole forze, in quanto tende a subire<br />
una serie <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamenti (politici, economici, sociali ecc.)<br />
che finiscono per influenzarne i contenuti e limitarne le forme <strong>di</strong><br />
espressione: compito della Repubblica è allora quello <strong>di</strong> intervenire,<br />
<strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente 65 , per liberarla da qualsiasi<br />
interferenza, influenza o con<strong>di</strong>zionamento che possa impe<strong>di</strong>rne<br />
o intralciarne lo sviluppo. Essa è tenuta quin<strong>di</strong> ad adottare una<br />
politica culturale – o, meglio, una «politica della cultura» 66 – che:<br />
a) tenda a rimuovere gli ostacoli alla libera produzione, circolazione<br />
e fruizione della cultura (libertà della cultura) e a favorirne<br />
la massima <strong>di</strong>ffusione fra i citta<strong>di</strong>ni (<strong>di</strong>ritto alla cultura); b) tratti<br />
allo stesso modo tutte le forme <strong>di</strong> espressione culturale, sostenendo<br />
e promuovendo con misure idonee quelle più deboli e<br />
meno conclamate che rischierebbero altrimenti <strong>di</strong> cadere nell’oblio<br />
(eguaglianza delle culture); c) realizzi così un effettivo pluralismo<br />
culturale, inteso come pluralismo tra i vari portatori <strong>di</strong> cul-<br />
64 F. MERUSI, Art. 9, cit., 435, con riferimento alle tesi <strong>di</strong> G.D. ROMAGNOSI,<br />
Scienza delle costituzioni, in ID., Scritti sull’educazione, Firenze, La Nuova Italia, 1972,<br />
spec. 75 ss.<br />
65 Sulla <strong>di</strong>stinzione tra interventi pubblici <strong>di</strong>retti e in<strong>di</strong>retti nel campo della cultura<br />
v. F. MERUSI, Art. 9, cit., 439-440, il quale osserva che è soprattutto attraverso i secon<strong>di</strong><br />
(attuati tramite la concessione <strong>di</strong> incentivi a soggetti privati o pubblici, a integrazione<br />
delle loro autonome capacità istituzionali) «che si palesa il pericolo della manipolazione<br />
della cultura e della ricerca secondo le “tendenze” ideologiche del potere<br />
politico». Il che risulta «tanto più evidente se si tiene conto che la “<strong>di</strong>scriminazione”<br />
culturale viene, <strong>di</strong> solito, efficacemente realizzata in maniera negativa […], non concedendo<br />
incentivazioni a coloro che perseguono iniziative culturali avversate o, comunque,<br />
non giu<strong>di</strong>cate sulla stessa linea delle tendenze che si vogliono favorire: un comportamento<br />
negativo contro il quale non esistono, o sono praticamente inefficaci, le<br />
azioni giu<strong>di</strong>ziarie previste dal nostro or<strong>di</strong>namento».<br />
66 Cfr. N. BOBBIO, Politica e cultura, cit., 22, secondo cui «la politica della cultura,<br />
come politica degli uomini <strong>di</strong> cultura in <strong>di</strong>fesa delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> esistenza e <strong>di</strong> sviluppo<br />
della cultura, si contrappone alla politica culturale, cioè alla pianificazione della<br />
cultura da parte dei politici».