CULTURA E DEMOCRAZIA TRA COSTITUZIONE ... - USP di Vicenza

32 MARCO GIAMPIERETTI
zioni» 127 , per effetto di una pubblicità «dimostrativa o manipolativa»
gestita dai gruppi di potere che controllano i mezzi di comunicazione
di massa 128 , e di uno «stato d’animo incline al consenso»
129 che si conquista con gli strumenti della persuasione
(emotiva e immediata) più che con quelli della convinzione (razionale
e argomentata) 130 .
Si sono venute così a creare le condizioni – culturali, prima
ancora che politiche – per l’affermazione di una nuova forma di
populismo mediatico, fondata sulla leadership personale e rassicurante
del capo che intrattiene un rapporto diretto con il pubblico
(o più propriamente con la massa) 131 , captandone gli umori
con sondaggi quotidiani e orientandoli con una comunicazione
semplificata fatta di slogan e frasi a effetto e un uso sapiente e a
127 G. SARTORI, op. ult. cit., 67.
128 J. HABERMAS, op. cit., 284, il quale osserva che mediante questa forma di pubblicità
«i gruppi che partecipano all’esercizio del potere politico e ai compromessi di
potere si sforzano di ottenere la disponibilità plebiscitaria del pubblico mediatizzato».
129 Secondo l’efficace espressione di S. LANDSHUT, Volkssouveränität und öffentliche
Meinung, in Gegenwartsprobleme des internationalen Rechts und der Rechtsphilosophie.
Festschrift für R. Laun zu seinem 70. Geburtstag, Hrsg. D.S. CONSTANTOPOU-
LOS und H. WEHBERG, Hamburg, Girardet, 1953, 583, citata anche da J. HABERMAS, op.
cit., 273.
130 Cfr. S. LANDSHUT, ibidem, secondo cui il consenso delle masse viene «orientato
di volta in volta in questa o quella direzione da determinate misure o avvenimenti»
grazie a un’inclinazione che agisce «come lo spostamento del carico su una
nave squassata dalle onde».
131 Sulla distinzione tra il concetto di «pubblico» e quello di «massa», v., tra i
molti, J. ORTEGA Y GASSET, La rebelion de las masas, Madrid, Revista de Occidente,
1930 [tr. it. La ribellione delle masse, Bologna, Il Mulino, 1984, passim, spec. 75 ss.]; C.
WRIGHT MILLS, The Power Elite, New York, Oxford University Press, 1956 [tr. it. L’élite
del potere, Milano, Feltrinelli, 1966, passim, spec. 284]; H. ARENDT, The origins of
totalitarianism, New York, Harcourt, Brace & World, 1951 [tr. it. Le origini del totalitarismo,
Torino, Einaudi, 2004, parte III, spec. capp. 10-13]; J. HABERMAS, op. cit., 286;
nonché, in altra prospettiva, G. LE BON, Psycologie des foules (1895) [tr. it. Psicologia
delle folle, Milano, Longanesi, 1996]; S. FREUD, 1921 [tr. it. Psicologia delle masse e analisi
dell’io, Torino, Bollati Boringhieri, 2003]. Per un tentativo di rovesciare il comune
atteggiamento ostile ai fenomeni di massa, accusato di tendenza elitista e antidemocratica,
v. T. W. ADORNO, Massa (voce), in M. HORKHEIMER, T.W. ADORNO, Soziologische Excurse,
Frankfurt, Europäische Verlaganstalt, 1956 [tr. it. Lezioni di sociologia, Torino,
Einaudi, 1966, 87 ss.]. Sui complessi rapporti tra comportamento delle masse e democrazia
v., da ultimo, G. ZAGREBELSKY, Il «crucifige!» e la democrazia, cit., passim.