CULTURA E DEMOCRAZIA TRA COSTITUZIONE ... - USP di Vicenza
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22 MARCO GIAMPIERETTI<br />
ma anche dei propri limiti e dei propri doveri. Solo così può realizzarsi<br />
appieno il modello «costituzionale» 90 <strong>di</strong> una democrazia liberale<br />
e sociale 91 in cui il popolo non è la mera fonte storica o<br />
ideale del potere ma ne è il vero titolare – con tutte le prerogative<br />
e le responsabilità che questo comporta – e al quale non spetta<br />
soltanto «la nuda sovranità (che praticamente non è niente) ma<br />
l’esercizio della sovranità (che praticamente è tutto)» 92 .<br />
Alla luce <strong>di</strong> tali considerazioni appare senz’altro con<strong>di</strong>visibile<br />
l’opinione secondo cui per garantire l’effettiva democraticità<br />
pre obiettivo da perseguire», ai fini <strong>di</strong> una migliore opinione pubblica «occorre che<br />
detta educazione sia in cose pubbliche, e che sia perseguita non solo in termini <strong>di</strong><br />
informazione ma anche in termini <strong>di</strong> competenza conoscitiva». Ciò allo scopo <strong>di</strong> evitare<br />
che a una crescita del livello generalizzato <strong>di</strong> istruzione non corrisponda una «crescita<br />
<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni interessati, poi informati e, infine, competenti» (75).<br />
90 V., per tutti, C. ESPOSITO, Commento all’art. 1 della Costituzione, cit., 11, il<br />
quale ricorda che «la sovranità del popolo esiste solo nei limiti e nelle forme in cui la<br />
Costituzione la organizza, la riconosce e la rende possibile, e fin quando sia esercitata<br />
nelle forme e nei limiti del <strong>di</strong>ritto. Fuori della Costituzione e del <strong>di</strong>ritto non c’è la sovranità,<br />
ma l’arbitrio popolare, non c’è il popolo sovrano, ma la massa con le sue passioni<br />
e con la sua debolezza».<br />
91 Per una definizione della democrazia liberale (aperta e pluralista) come sistema<br />
nel quale anche le minoranze contano, sia perché la Costituzione pone limiti alla maggioranza,<br />
sia perché esse non sono escluse in modo definitivo dal governo (dati i meccanismi<br />
<strong>di</strong>retti ad assicurare un avvicendamento delle contrapposte forze politiche al<br />
potere secondo il principio «dell’alternarsi del comando e dell’obbe<strong>di</strong>enza, per cui i<br />
governanti <strong>di</strong> oggi sono in potenza i sud<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> domani»), v., per tutti, L. CARLASSARE,<br />
Conversazioni sulla Costituzione, cit., 26-27, con riferimento alle tesi <strong>di</strong> C. ESPOSITO,<br />
Commento all’art. 1 della Costituzione, cit., 1 ss., e L. PALADIN, Diritto costituzionale,<br />
cit., 262-263.<br />
Per un’implicita ma efficace definizione della democrazia sociale (inclusiva e solidale)<br />
cfr., invece, G. ZAGREBELSKY, Imparare democrazia, cit., 34-35, in cui si afferma<br />
che «l’emarginazione sociale è contro la democrazia e l’idea che nessuno possa essere<br />
lasciato in<strong>di</strong>etro, abbandonato a se stesso e alle <strong>di</strong>fficoltà della sua vita particolare, non<br />
è un suo elemento accidentale, che può esserci o non esserci, a seconda delle politiche<br />
del momento», ma è un tipico «atteggiamento della democrazia», osservando che l’alternativa<br />
all’inclusione e alla solidarietà «è il darwinismo applicato alla vita sociale,<br />
un’ideologia crudele che legittima il dominio dei più forti e abbandona i deboli alla<br />
loro sorte <strong>di</strong> emarginazione, alla fine li condanna alla sparizione».<br />
92 Così C. ESPOSITO, Commento all’art. 1 della Costituzione, in ID., La Costituzione<br />
italiana. Saggi, Padova, Cedam, 1954, 10. Nello stesso senso V. CRISAFULLI, La sovranità<br />
popolare nella Costituzione italiana, cit., 108; L. PALADIN, Diritto costituzionale,<br />
cit., 269.