CULTURA E DEMOCRAZIA TRA COSTITUZIONE ... - USP di Vicenza
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40 MARCO GIAMPIERETTI<br />
stessi 157 , sensibili e misurati, contrari a ogni forma <strong>di</strong> sopraffazione<br />
e <strong>di</strong> violenza, <strong>di</strong>sponibili alla comprensione e all’integrazione<br />
del <strong>di</strong>verso, educati al confronto libero e aperto delle idee<br />
e alla ricerca costante della verità attraverso il ragionamento critico,<br />
abituati ad ascoltare e a valutare tutti gli argomenti prima <strong>di</strong><br />
decidere, allenati alla pratica quoti<strong>di</strong>ana della citta<strong>di</strong>nanza attiva<br />
e della virtù repubblicana, coscienti delle proprie origini e della<br />
propria storia e pronti a imparare dalle esperienze del passato<br />
per progettare il futuro 158 .<br />
Un compito <strong>di</strong>fficile e faticoso 159 , certo, e tuttavia in<strong>di</strong>spensabile<br />
per garantire l’esistenza <strong>di</strong> una democrazia forte, viva e partecipata,<br />
con un popolo realmente sovrano che sappia autogovernarsi<br />
in modo libero, equilibrato e responsabile 160 nell’interesse<br />
della collettività e nelle forme e nei limiti della Costituzione.<br />
157 Sul rispetto <strong>di</strong> sé come fondamento ultimo della democrazia, in quanto «è<br />
l’unica forma <strong>di</strong> reggimento politico che rispetta la mia <strong>di</strong>gnità, mi riconosce capace <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scutere e decidere sulla mia vita pubblica», v. G. ZAGREBELSKY, Imparare democrazia,<br />
cit., 42.<br />
158 Cfr. P. SCOPPOLA, op. cit., 49, secondo cui «una storia attenta alle ragioni dell’uomo<br />
è una storia che assume implicitamente i valori ispiratori della Costituzione del<br />
’48 come criterio <strong>di</strong> valutazione. Proprio perché la nostra Costituzione è nata come riven<strong>di</strong>cazione<br />
delle ragioni dell’uomo e della sua <strong>di</strong>gnità contro le aberrazioni <strong>di</strong> cui il<br />
nostro secolo è stato teatro, può essere ancora un punto <strong>di</strong> orientamento nel cammino<br />
incerto verso il futuro: i principi che essa pone in<strong>di</strong>cano le sue ra<strong>di</strong>ci e nel medesimo<br />
tempo […] orientano il futuro». Nello stesso senso v. già G. ZAGREBELSKY, Storia e costituzione,<br />
in AA.VV., Il futuro della costituzione, a cura <strong>di</strong> G. Zagrebelsky, P.P. Portinaro,<br />
J. Luther, Torino, Einau<strong>di</strong>, 1996, 80.<br />
159 Sulla «fatica» della democrazia v. le note affermazioni <strong>di</strong> C.L. DE MONTE-<br />
SQUIEU, op. loc. cit., secondo cui la «virtù politica» (democratica) è «pénible» in quanto<br />
consiste nella «preferenza continua dell’interesse pubblico agli interessi propri», e<br />
dunque in «una rinuncia a se stessi, ciò che è sempre molto faticoso da sopportare».<br />
Nello stesso senso G. ZAGREBELSKY, op. ult. cit., 44-46, il quale osserva che «la democrazia,<br />
come un lavoro, stanca» e che essa «non promette nulla a nessuno, ma richiede<br />
molto a tutti».<br />
160 Cfr. R.A. DAHL, Sulla democrazia, cit., 197, in cui si afferma che «una delle<br />
esigenze inderogabili per i paesi democratici è quella <strong>di</strong> migliorare la capacità dei citta<strong>di</strong>ni<br />
<strong>di</strong> impegnarsi in modo intelligente nella vita politica», con l’ammonizione – che<br />
ha tutto il suono <strong>di</strong> una premonizione – che «se falliscono, il solco tra ideali democratici<br />
e democrazia reale, già profondo, <strong>di</strong>verrà ancora più grande e l’era del trionfo democratico<br />
sarà seguita da un’era <strong>di</strong> decadenza e declino della democrazia».