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CULTURA E DEMOCRAZIA TRA COSTITUZIONE ... - USP di Vicenza

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8 MARCO GIAMPIERETTI<br />

suo Elementi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto costituzionale democratico del 1797, l’istruzione<br />

pubblica, insieme alle libertà <strong>di</strong> pensiero e <strong>di</strong> comunicazione<br />

delle opinioni e delle idee 27 e all’eliminazione dello squilibrio<br />

tra ricchezza e povertà 28 , è infatti essenziale alla formazione<br />

<strong>di</strong> un autonomo «convincimento» 29 del popolo, «arma<br />

potentissima per conservare la sua libertà», per attentare alla<br />

quale i tiranni hanno sempre iniziato dall’abbandonarlo alla sua<br />

naturale ignoranza, e anzi dall’aggravarla 30 . Egli auspicava perciò<br />

l’introduzione <strong>di</strong> un «sistema <strong>di</strong> pubblica istruzione uniforme,<br />

che agevolando a tutte le classi i mezzi <strong>di</strong> abilitarsi, rendesse più<br />

copioso il numero <strong>di</strong> coloro che fossero capaci delle nomine» e<br />

ne favorisse così la «rotazione» 31 .<br />

L’istruzione, tuttavia, non basta da sola a formare dei<br />

«buoni» citta<strong>di</strong>ni 32 , che siano cioè consapevoli dei <strong>di</strong>ritti e dei<br />

doveri connessi all’esercizio della sovranità, <strong>di</strong>sponibili a impe-<br />

portée de tous les citoyens”). Sul punto cfr., ampiamente, L. CARLASSARE, La «Dichiarazione<br />

dei <strong>di</strong>ritti», cit., 44-45, la quale osserva che l’azione positiva della società era prevista<br />

nelle due <strong>di</strong>rezioni essenziali per colmare le <strong>di</strong>seguaglianze: la «liberazione dal bisogno»<br />

e la «liberazione dall’ignoranza», entrambe in<strong>di</strong>spensabili per la sopravvivenza<br />

della democrazia.<br />

27 G. COMPAGNONI, Elementi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto costituzionale democratico (1797), a cura<br />

<strong>di</strong> I. Mereu, D. Barbon, Bologna, Il Mulino, 1985, 87-96, dove si <strong>di</strong>ce che il pensiero<br />

e l’opinione rappresentano «la più stretta proprietà dell’uomo», così intimamente connessa<br />

«alla miglior parte <strong>di</strong> esso» che questi potrebbe ben sopportare qualunque sacrificio,<br />

ma «quello dell’opinione non mai» (88).<br />

28 G. COMPAGNONI, op. cit., 197-198 e 205-211.<br />

29 G. COMPAGNONI, op. cit., 207, il quale <strong>di</strong>stingue tra «convincimento» come<br />

«ferma certezza» e «opinione» come «coscienza fluttuante, o erronea».<br />

30 G. COMPAGNONI, op. cit., 207. Con il risultato che «l’autorità irresistibile <strong>di</strong><br />

uno, o <strong>di</strong> pochi invase i <strong>di</strong>ritti pubblici» e «delle prime istituzioni restarono soltanto<br />

alcuni nomi che più non esprimevano le antiche cose» (133). V., inoltre, l’incipit del Saluto<br />

al Direttorio Esecutivo della Repubblica Cisalpina, premesso all’e<strong>di</strong>zione originale<br />

del volume, in cui si afferma – con mirabile sintesi – che «l’ignoranza è l’appannaggio<br />

del popolo schiavo: la scienza del libero».<br />

31 G. COMPAGNONI, op. cit., 198, in cui si sottolinea l’importanza in democrazia<br />

della rotazione delle cariche e <strong>di</strong> una «comunicazione <strong>di</strong> esse ad un numero il più ampio<br />

che fosse possibile».<br />

32 V., per tutti, A. DE TOCQUEVILLE, La democrazia in America, cit., 304, il quale<br />

osserva come «non basti insegnare agli uomini a leggere e scrivere per farne subito dei<br />

citta<strong>di</strong>ni».

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