CULTURA E DEMOCRAZIA TRA COSTITUZIONE ... - USP di Vicenza

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24 MARCO GIAMPIERETTI rienziale affinché esse si traducano in patrimonio culturale dei singoli, in modelli di vita e in comportamenti coerenti 98 . Oltre a trasmettere le nozioni di base necessarie per prepararsi alla vita sociale e lavorativa, la scuola dovrebbe diventare cioè una «palestra di democrazia», in cui si dia particolare importanza alla partecipazione attiva degli studenti a tutti i livelli e si privilegi il lavoro di gruppo ispirato al dialogo, al confronto e alla collaborazione reciproca in vista del raggiungimento di un obiettivo comune 99 . Lo scopo finale dovrebbe essere quello di promuovere la partecipazione di tutti alle scelte e alle decisioni collettive, la condivisione delle regole e delle responsabilità, la capacità di esprimere autenticamente se stessi ma anche il saper discutere, il sapersi valutare, il sapersi confrontare con le opinioni altrui, il sapersi aprire al dialogo e alla relazione in una logica interculturale 100 . In questa prospettiva, va salutata con favore la (sia pure tardiva) scelta del legislatore di introdurre, o reintrodurre 101 , nelle litiche, se non è difesa dal governo e dal parlamento, se è manomessa dai partiti, se non entra nella coscienza nazionale, anche attraverso l’insegnamento e l’educazione scolastica e post-scolastica, verrà a mancare il terreno sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà». 98 Sull’importanza del metodo esperienziale nell’insegnamento della democrazia v. già A. DE TOCQUEVILLE, La democrazia in America, cit., 304, secondo cui «la vera cultura nasce principalmente dall’esperienza». 99 Nello stesso senso v. G. ZAGREBELSKY, Imparare democrazia, cit., 30-31. Cfr. inoltre lo Statuto delle studentesse e degli studenti, approvato con d.P.R. 24 giugno 1998, n. 249, nel quale la scuola è definita come «comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni». Una comunità nella quale «ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione della cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il ricupero delle posizioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia […] e con i principi generali dell’ordinamento italiano». 100 V., in questo senso, il Documento MIUR 4 marzo 2009, prot. n. 2079, Documento d’indirizzo per la sperimentazione dell’insegnamento di «Cittadinanza e Costituzione». 101 Un’accurata ricostruzione dell’evoluzione legislativa in materia di educazione civica dal 1958 a oggi si trova nel Documento MIUR 4 marzo 2009, cit.
CULTURA E DEMOCRAZIA TRA COSTITUZIONE E REALTÀ scuole l’insegnamento di «Cittadinanza e Costituzione» 102 , in linea con le indicazioni espresse in sede costituente 103 e sulla scorta di quanto si è fatto anche in altri paesi 104 . Particolarmente utile appare l’apertura, prevista dal documento ministeriale di indirizzo, a forme di cooperazione con altri enti e istituzioni, tra cui le università, volte a creare opportunità per gli studenti «di incontrare persone che abbiano un ruolo attivo e quotidiano nella difesa dei valori costituzionali in grado di rappresentare, con il loro percorso e la loro testimonianza, esempi di impegno civile» 105 . Andrebbe accolto, in questo senso, l’invito di Gustavo Zagrebelsky ai giuristi in genere, e ai costituzionalisti in particolare, a uscire dalle sedi ristrette dei tribunali e delle università per andare nelle scuole, nelle strade e nelle piazze, alla radio e alla televisione, sui giornali e su internet, a parlare della Costituzione, a spiegarne origine e significati, interpretazioni e applicazioni, at- 102 Legge 30 ottobre 2008, n. 169, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università. 103 Cfr. l’ordine del giorno presentato dagli onn. FRANCESCHINI, MORO, FERRA- RESE e SARTORI all’Assemblea costituente, e approvato all’unanimità l’11 dicembre 1947, così formulato: «L’Assemblea Costituente esprime il voto che la nuova Carta costituzionale trovi senza indugio adeguato posto nel quadro didattico della scuola di ogni ordine e grado, al fine di rendere consapevole la giovane generazione delle raggiunte conquiste morali e sociali che costituiscono ormai sacro retaggio del popolo italiano» (in Atti Ass. cost., Discussioni, seduta dell’11 dicembre 1947, X, 3067). Sul punto v., ampiamente, P. SCOPPOLA, La Costituzione nella storia dell’Italia unita, in AA.VV., Dalla Costituente alla Costituzione. Convegno in occasione del cinquantenario della Costituzione repubblicana, Atti dei Convegni Lincei, n. 146 (Roma, 18-20 dicembre 1997), Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 1998, 38-40. 104 V. le recenti dichiarazioni del ministro francese dell’istruzione Xavier DARCOS che, nell’annunciare l’introduzione nelle scuole dell’insegnamento di «educazione civica e morale», ha spiegato che esso sarà diretto a far «scoprire i principi dell’etica e prendere coscienza dei diritti e dei doveri» e a far «riconoscere e rispettare gli emblemi e i simboli della Repubblica» (ANSA, 29 agosto 2008). Sull’importanza del recupero e della valorizzazione della simbologia repubblicana, non a scopo di mera retorica ma come fonte di memoria collettiva e fattore di identità nazionale, v. P. SCOPPOLA, La Costituzione nella storia dell’Italia unita, cit., 40-42. 105 Così il Documento MIUR 4 marzo 2009, cit. 25
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