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Rapporto di ricerca (3.6 MB) - Agenzia Regionale Centrale Acquisti ...

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trinciato, mentre quelle del mantovano hanno le percentuali più alte <strong>di</strong> SAU a me<strong>di</strong>ca, impiegata<br />

come fieno e non come insilato (quin<strong>di</strong> con poco azoto solubile rispetto al fienosilo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ca).<br />

Per contro, le aziende si sono <strong>di</strong>mostrate abbastanza omogenee per il livello produttivo<br />

(25,7÷34,8 kg latte/d) e per le caratteristiche nutritive me<strong>di</strong>e delle razioni. La produzione me<strong>di</strong>a<br />

giornaliera <strong>di</strong> latte è stata <strong>di</strong> 30,0 kg, quella <strong>di</strong> latte corretto al 4% <strong>di</strong> grasso <strong>di</strong> 28,3 kg, con il 3,64%<br />

<strong>di</strong> grasso, il 3,33% <strong>di</strong> proteine e con un contenuto in cellule somatiche pari a 2,39 log10/mL e in<br />

carica batterica pari a 1,89 log10/mL.<br />

L’ingestione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> sostanza secca (SS) è stata elevata (22,1 kg/d) e piuttosto costante nelle<br />

aziende. In proposito vale la pena sottolineare, anche se non fa parte dello scopo <strong>di</strong> tale indagine,<br />

che anche altre prove (ve<strong>di</strong> quella effettuata presso l'az. Le Cerchie, nell'ambito <strong>di</strong> questo progetto)<br />

hanno confermato che la formula:<br />

SS ingerita (kg/d) = Peso vivo (kg) x 0,0185 + Latte 4% (kg) x 0,305<br />

dove Latte 4% (kg) = Latte (kg) x (0,4 + 0,15 x % grasso nel latte)<br />

tutt'ora impiegata da molti alimentaristi per impostare il razionamento, sottostima la reale ingestione<br />

<strong>di</strong> SS del 7-8% circa.<br />

Il tenore proteico delle razioni delle lattifere si è attestato in me<strong>di</strong>a sul 15,7% s.s., con un<br />

intervallo però piuttosto ampio (12,3-18,7%) in tutto il campione considerato (n=199). Anche<br />

l’azoto solubile (Nsol), che è stato in me<strong>di</strong>a circa 1/3 dell’N totale ingerito (31%), ha fatto registrare<br />

un range ampio <strong>di</strong> valori: 24-37% dell’N totale per la maggior parte dei campioni. Per contro, valori<br />

piuttosto simili tra le aziende e i <strong>di</strong>versi controlli temporali hanno fatto registrare l’NDF (33,9% s.s.<br />

in me<strong>di</strong>a), i carboidrati non fibrosi (NFC) con il 38,9% s.s. e l’amido con il 28,0% s.s.. Interessante<br />

notare, riguardo all’amido, che il suo tenore non scende quasi mai sotto il 25% della SS della<br />

razione (valore considerato alcuni anni fa come limite superiore da non oltrepassare per non<br />

rischiare acidosi e altre <strong>di</strong>smetabolie) e che la maggior parte delle <strong>di</strong>ete fanno registrare un valore<br />

del 28% s.s..<br />

La prima impressione che si ricava da tali dati è che le razioni delle bovine in lattazione<br />

analizzate siano me<strong>di</strong>amente ben formulate, con un limitato (ma sufficiente ai fini<br />

<strong>di</strong>etetico/ruminativi) contenuto in fibra tale da consentire un’elevata ingestione <strong>di</strong> SS, un apporto<br />

proteico contenuto, ma con sufficiente azoto solubile da garantire un adeguato utilizzo dell’energia<br />

prontamente fermentescibile assicurata dagli NFC e, più in particolare, dall’amido.<br />

A tal proposito vale la pena considerare i rapporti tra alcuni principi alimentari e nutritivi delle<br />

<strong>di</strong>ete formulate. Quello tra amido e proteine grezze (PG) è in me<strong>di</strong>a pari a 1,8 il che rappresenta già<br />

un valore elevato se si considera che fino a 10 anni fa, per razioni da 30 kg <strong>di</strong> latte al giorno, si<br />

formulavano <strong>di</strong>ete al 25% <strong>di</strong> amido e al 17% <strong>di</strong> PG, s.s. (Am/PG=1,5). Il rapporto sale a 2,5<br />

considerando il rapporto NFC/PG. Altro rapporto interessante quello tra l’amido e l’NDF: 0,84.<br />

Anche qui, una razione tipica <strong>di</strong> 10 anni fa per 30 kg <strong>di</strong> latte al giorno presentava il 35-36% <strong>di</strong> NDF<br />

s.s., con un rapporto Am/NDF pari a 0,70. Diverse razioni tra quelle analizzate nella presente<br />

indagine si stanno avvicinando a un rapporto Am/NDF=1. Il rapporto NFC/NDF si è attestato su<br />

1,17.<br />

Infine, proprio per valutare la sincronia ruminale tra energia fermentescibile e azoto degradabile,<br />

consideriamo il rapporto tra amido e azoto solubile: Am/Nsol=5,9 o tra NFC/Nsol=8,2. Per essere<br />

più corretti bisognerebbe tenere conto, oltre che dell'azoto solubile che viene degradato in tempi<br />

brevissimi (e quin<strong>di</strong> rapportabile più agli zuccheri che all'amido), anche dell'azoto rapidamente<br />

degradabile nel tempo, ma non riteniamo il caso <strong>di</strong> spingerci così in dettaglio, almeno a questo<br />

livello.<br />

L'efficienza <strong>di</strong> produzione lattea espressa come "dairy efficiency" pari ai kg <strong>di</strong> latte prodotti/kg<br />

SS ingerita, risulta in me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 1,36, valore riportato anche in altri lavori per livelli produttivi<br />

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