Trattamento degli scarichi di acque reflue: Norme tecniche
Trattamento degli scarichi di acque reflue: Norme tecniche
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trattamento secondario ma possono assolvere anche ad una funzione <strong>di</strong> affinamento a valle<br />
<strong>di</strong> un impianto convenzionale.<br />
• Stagni aerobici dove la modesta profon<strong>di</strong>tà (0.4 – 0.6 m) fa si che la luce possa raggiungere tutti<br />
gli strati e la fotosintesi algale possa svilupparsi su tutta la massa d’acqua. Il fattore <strong>di</strong> carico<br />
organico superficiale applicabile è molto basso e quin<strong>di</strong> sono richieste gran<strong>di</strong> superfici. Sono<br />
usati prevalentemente con funzione <strong>di</strong> affinamento. Data la modesta altezza d’acqua, se non<br />
sono stati precedentemente impermeabilizzati, nei bacini possono crescere piante acquatiche<br />
rendendo il sistema assimilabile ad un sistema <strong>di</strong> fitodepurazione a flusso superficiale.<br />
• Stagni anaerobici profon<strong>di</strong> 4 – 6 m caratterizzati da un elevato fattore <strong>di</strong> carico organico. Le<br />
sostanze organiche sono degradate esclusivamente per via anaerobica con possibilità <strong>di</strong><br />
esalazioni moleste, specialmente se le <strong>acque</strong> in ingresso sono ricche <strong>di</strong> solfati da cui può<br />
svilupparsi idrogeno solforato. L’adozione <strong>di</strong> questi stagni può risultare adatta alle piccole<br />
comunità, solo se l’applicazione avviene con particolari criteri. Questi bacini vengo spesso<br />
usati per il pretrattamento a monte <strong>di</strong> bacini <strong>di</strong> tipo aerobico – anaerobico.<br />
Si tratta in ogni caso <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> tipo estensivo, che utilizza con<strong>di</strong>zioni aerobiche o anaerobiche o<br />
entrambe, a fini depurativi. Quando si instaurano con<strong>di</strong>zioni aerobiche la degradazione della sostanza<br />
organica avviene per effetto <strong>di</strong> colture batteriche libere. L’ossigeno necessario è fornito, tramite<br />
fotosintesi, da micro-alghe che si sviluppano utilizzando l’anidride carbonica prodotta dai batteri ed i<br />
nutrienti contenuti nei reflui. Il consumo <strong>di</strong> CO2 da parte delle alghe comporta un aumento del pH con<br />
conseguenti parziali effetti <strong>di</strong> precipitazione dei fosfati, <strong>di</strong> strippaggio dell’ammoniaca, <strong>di</strong> abbattimento<br />
dei cattivi odori. Gli elevati tempi <strong>di</strong> ritenzione assicurano, oltre alla rimozione della sostanza organica e<br />
<strong>di</strong> parte dei nutrienti, anche la stabilizzazione dei fanghi e la riduzione dei soli<strong>di</strong> sospesi e della carica<br />
batterica.<br />
Quando per effetto della profon<strong>di</strong>tà si instaurano con<strong>di</strong>zioni anaerobiche i soli<strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentabili che si<br />
depositano vengono idrolizzati da microrganismi, con trasformazione delle sostanze organiche in<br />
metano, ammoniaca, anidride carbonica ed idrogeno solforato.<br />
Negli stagni facoltativi, i più <strong>di</strong>ffusamente realizzati, si inducono con<strong>di</strong>zioni aerobiche in superficie ed<br />
anaerobiche sul fondo sfruttando entrambi gli effetti oltre alla “simbiosi” che si induce tra batteri ed<br />
alghe, con mutuo vantaggio: le alghe rendono <strong>di</strong>sponibile l’ossigeno ai batteri aerobi, mentre l’anidride<br />
carbonica prodotta nei processi fermentativi viene utilizzata dalle alghe, per la fotosintesi clorofilliana.<br />
In tempi recenti si tende a creare sistemi depurativi che sfruttano le <strong>di</strong>verse caratteristiche dei vari tipi <strong>di</strong><br />
stagno sopra descritti e che prevedono la <strong>di</strong>sposizione in serie <strong>di</strong> sistemi adatti ad un trattamento <strong>di</strong><br />
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