Trattamento degli scarichi di acque reflue: Norme tecniche
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11.3 Raggi ultravioletti (UV)<br />
Con la denominazione raggi ultravioletti (UV) si intendono quelle ra<strong>di</strong>azioni elettromagnetiche<br />
comprese tra i raggi X e la luce visibile, che coprono l’intervallo <strong>di</strong> lunghezza d’onda λ da 100 a 400<br />
nm. All’intervallo tra 200 e 280 nm corrisponde la più efficace azione battericida e virulicida.<br />
Questi sistemi stanno avendo un forte successo nella <strong>di</strong>sinfezione delle <strong>acque</strong> <strong>reflue</strong>:<br />
• Per la buona efficienza che garantiscono<br />
• Per l’assenza <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> reazione nocivi<br />
• Per i tempi <strong>di</strong> contatto ridotti, per l’assenza <strong>di</strong> residui anche nel caso <strong>di</strong> sovradosaggi<br />
• Per la semplice gestione, senza sostanziali pericoli per il personale addetto<br />
La presenza <strong>di</strong> soli<strong>di</strong> nelle <strong>acque</strong> da trattare costituisce il limite dell’applicazione dei raggi UV, dal<br />
momento che all’interno dei soli<strong>di</strong> sospesi possono annidarsi colonie batteriche e ripararsi dalla ra<strong>di</strong>azione<br />
e i soli<strong>di</strong> <strong>di</strong>sciolti riducono la trasmittanza dell’acqua e quin<strong>di</strong> l’intensità della ra<strong>di</strong>azione. E’ bene che i<br />
soli<strong>di</strong> sospesi non superino i 30 mg/l per poter raggiungere, con opportune dosi, valori della carica <strong>di</strong><br />
E.coli < 5000 UFC/100ml.<br />
Si tratta <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni non facilmente conseguibili con gran parte dei processi in uso nei piccoli<br />
impianti (salvo non sia inserita una filtrazione finale). Un ulteriore elemento negativo è la presenza <strong>di</strong><br />
ferro, che contribuisce al fouling delle lampade ed alla riduzione della trasmittanza del refluo. Va quin<strong>di</strong><br />
evitato l’utilizzo <strong>di</strong> sali <strong>di</strong> ferro in eventuali precedenti processi <strong>di</strong> precipitazione chimica del fosforo.<br />
Sono oggi <strong>di</strong>sponibili unità in pressione (per potenzialita` a partire da 200÷250 A.E.) o a pelo libero (al<br />
<strong>di</strong> sopra dei 1.200÷1.500 A.E.). Essendo le lampade sempre accese, ne va assicurata la continua<br />
immersione e la <strong>di</strong>ssipazione del calore prodotto. Soprattutto negli impianti in pressione è opportuno<br />
prevedere un ricircolo anche modesto della portata nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> mancata alimentazione, per evitare la<br />
stagnazione del refluo nella camera <strong>di</strong> reazione<br />
Per l’efficienza del processo va assicurata la regolare pulizia delle lampade, anche con sistemi<br />
automatici. I problemi <strong>di</strong> fouling sono infatti aggravati dalle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> alimentazione<br />
fortemente <strong>di</strong>scontinue, con acqua stagnante o con velocità insufficienti ad assicurare un’adeguata<br />
turbolenza<br />
11.3 Considerazioni conclusive<br />
La <strong>di</strong>sinfezione in impianti <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni si presenta comunque problematica e va realizzata<br />
solo quando le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> recapito locale la rendano realmente necessaria. Nei processi <strong>di</strong> tipo<br />
chimico i maggiori problemi sono connessi allo stoccaggio ed alla manipolazione dei reagenti e,<br />
soprattutto quando si ricorra ad ipoclorito, al corretto dosaggio dei reagenti che richiede la<br />
<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> un affidabile sistema <strong>di</strong> misura delle portate. Ne può essere considerata l’applicazione<br />
solo per potenzialità <strong>di</strong> impianto consistenti, in<strong>di</strong>cativamente dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 500 A.E.<br />
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