Trattamento degli scarichi di acque reflue: Norme tecniche
Trattamento degli scarichi di acque reflue: Norme tecniche
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ispetto (almeno 200 m dalle abitazioni) a fronte <strong>di</strong> cattivi odori e <strong>di</strong> proliferazione <strong>di</strong> insetti. Va evitato<br />
lo sviluppo <strong>di</strong> vegetazione a ridosso <strong>degli</strong> argini per i danni che possono produrre le ra<strong>di</strong>ci e per<br />
limitare gli apporti <strong>di</strong> foglie e <strong>di</strong> altri detriti vegetali nelle lagune, con conseguente aggravio del carico<br />
organico. La qualità dello scarico presenta forti variazioni stagionali, soprattutto per quanto riguarda i<br />
soli<strong>di</strong> sospesi, il COD e l’azoto. Risulta comunque elevata la concentrazione <strong>di</strong> materiale organico per la<br />
presenza <strong>di</strong> microalghe. Non è conveniente l’applicazione in caso <strong>di</strong> <strong>scarichi</strong> ad elevato inquinamento<br />
organico o settici. Il sistema non è applicabile su terreni fortemente permeabili ed in zone <strong>di</strong><br />
vulnerabilità della falda, neppure prevedendo interventi <strong>di</strong> impermeabilizzazione artificiale. Questi<br />
ultimi, ove necessari ed applicabili, comportano un rilevante aumento dei costi <strong>di</strong> investimento.<br />
7. Gli impianti <strong>di</strong> fitodepurazione<br />
La Fitodepurazione rientra tra i “Sistemi <strong>di</strong> depurazione naturale” insieme al lagunaggio ed agli impianti a<br />
Lemna :<br />
Fitodepurazione (zone umide artificiali): con il termine fitodepurazione si identifica un trattamento naturale,<br />
le cui componenti sono costituite da suolo, batteri e piante, della famiglia delle macrofite. I sistemi <strong>di</strong><br />
fitodepurazione, sperimentati e lungamente stu<strong>di</strong>ati a livello internazionale, sono classificati in base al<br />
tipo <strong>di</strong> macrofite utilizzate (galleggianti, ra<strong>di</strong>cate sommerse, ra<strong>di</strong>cate emergenti) ed alle caratteristiche del<br />
cammino idraulico delle <strong>acque</strong> <strong>reflue</strong> in:<br />
• FWS: i sistemi a flusso libero riproducono, quanto più fedelmente, una zona palustre<br />
naturale, dove l’acqua è a <strong>di</strong>retto contatto con l’atmosfera e generalmente poco profonda, e<br />
le essenze vegetali che vi vengono inserite appartengono ai gruppi delle elofite e delle<br />
rizofite<br />
• SFS-h o HF: i sistemi a flusso sommerso orizzontale sono vassoi riempiti con materiale<br />
inerte, dove i reflui scorrono in senso orizzontale in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> saturazione continua<br />
(reattori “plug-flow”) e le essenze utilizzate appartengono alle macrofite ra<strong>di</strong>cate<br />
emergenti;<br />
• SFS-v o VF: i sistemi a flusso sommerso verticale sono vassoi riempiti con materiale inerte,<br />
dove i reflui scorrono in senso verticale in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> saturazione alternata (reattori<br />
“batch”) e le essenze utilizzate appartengono alle macrofite ra<strong>di</strong>cate emergenti.<br />
I sistemi a flusso sommerso orizzontale HF sono costituiti da vasche opportunamente<br />
impermeabilizzate, che vengono riempite <strong>di</strong> materiale inerte con granulometria prescelta (es. ghiaie), in<br />
cui si fanno sviluppare le ra<strong>di</strong>ci delle macrofite emergenti (comunemente utilizzata la Phragmites australis).<br />
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