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R.I.P. - Diotiama.it

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e sfracellato sull’asfalto. Solo allora quell’orribile<br />

giostra si sarebbe fermata. Eccomi sul parapetto e,<br />

barcollando avanti e indietro, finalmente caddi. Ma<br />

anziché precip<strong>it</strong>are incontro alla morte caddi all’indietro<br />

nel balcone, ancora in v<strong>it</strong>a.<br />

Venni al mondo il 29 novembre 1950. Facevo tanta<br />

pena fin dal primo momento di v<strong>it</strong>a che mi misero<br />

immediatamente in una incubatrice e chiamarono<br />

addir<strong>it</strong>tura il prete. La morte mi stava alle calcagna<br />

sin dall’inizio della v<strong>it</strong>a. Negli anni seguenti mia<br />

madre mise al mondo tre figlie. Due delle mie sorelle<br />

morirono durante i primi mesi di v<strong>it</strong>a.<br />

In famiglia regnava un’atmosfera orribile, brutale<br />

e carica di violenza. Queste atroc<strong>it</strong>à provenivano<br />

da mio padre, che era un alcolizzato. Le mie sorelle,<br />

mia madre e io soffrivamo terribilmente per i sadici<br />

attacchi di un padre ubriaco. A volte scompariva<br />

per giorni. Quando io avevo cinque anni lo rinchiusero<br />

a lungo in prigione Si poteva respirare<br />

di nuovo. Per varie ragioni, mia madre ebbe relazioni<br />

con altri uomini. Dovevamo pur campare. Io<br />

mi accorgevo di tutto perché l’appartamento dove<br />

ab<strong>it</strong>avamo era molto piccolo. Questa s<strong>it</strong>uazione mi<br />

rese ancora più vulnerabile. La scuola era piuttosto<br />

pesante per me. Ero molto timido, inib<strong>it</strong>o e pieno<br />

«Mio padre abusò<br />

di mia sorella<br />

minore...»<br />

di paura. Non c’era da stupirsi, considerando che la<br />

mia infanzia era un vero incubo. Mia madre aveva<br />

sofferto moltissimo e non poteva darmi la sicurezza<br />

di cui io avrei avuto bisogno. All’età di sette anni fui<br />

affidato a una coppia che viveva in una fattoria perché<br />

il matrimonio dei miei era ormai distrutto. Ci<br />

volle un po’ di tempo, ma infine riuscii ad adattarmi.<br />

Avevo appena raggiunto un certo equilibrio quando<br />

mia madre venne a riprendermi. Le mie cose vennero<br />

impacchettate in fretta e, nel freddo della notte,<br />

partimmo diretti alla stazione a bordo del trattore<br />

del vicino. Per fortuna mia madre non era insieme<br />

a mio padre. La nonna si prese cura di me. Mia madre<br />

preferì convivere con un ballerino, guadagnare<br />

da vivere facendo lo spogliarello e la barista. I miei<br />

nuovi compagni di scuola mi insultavano. Come se<br />

non bastasse, durante la notte mi venivano grandi<br />

convulsioni e urlavo.<br />

Nel 1963 i miei gen<strong>it</strong>ori si riconciliarono. Che bella<br />

armonia, come se niente fosse! Invece io provavo<br />

ancora una paura terribile di fronte a mio padre.<br />

Nell’appartamento che condividevamo lui inizialmente<br />

era tranquillo. Ben presto, però, la s<strong>it</strong>uazione<br />

divenne peggiore di prima. Mio padre abusò di<br />

mia sorella minore alla quale ero molto affeziona-<br />

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