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mamente scandalizzato, lo osservai aspirare con una<br />
siringa monouso un po’ d’acqua dalla cassetta di<br />
scarico del gabinetto e spruzzarla in un bicchiere che<br />
conteneva delle compresse. Lo ag<strong>it</strong>ò finché le pillole<br />
si sciolsero. Poi filtrò quella poltiglia con del cotone<br />
e preparò due siringhe. Tutta la scena mi sembrava<br />
un r<strong>it</strong>uale magico. Burschi mi iniettò quella roba nel<br />
braccio. Mi mise K.O. all’istante. Solo dopo un po’<br />
di tempo ripresi i sensi. Fuori, per strada, battevo i<br />
denti e mi venne la febbre alta. La mia prima siringa<br />
aveva rischiato di essere anche l’ultima. Ma il mondo<br />
dei veleni è fatto così. Ormai ero un vero tossicodipendente,<br />
alla disperata ricerca di nuove emozioni,<br />
di appagamento e di stordimento. Erano di moda le<br />
droghe sintetiche: LSD25, mescalina, Valium, ogni<br />
giorno, ogni settimana, tutti i mesi. Divenni rapidamente<br />
un professionista nel campo della droga. Era<br />
l’ottobre del’69. Stavo ballando con Elfie ed Evi nel<br />
«Shortstop». Eravamo completamente fatti e stavamo<br />
ascoltando James Brown. «Stay on the scene like<br />
a sex machine» («Resta sulla scena come una macchina<br />
del sesso»).<br />
Arrivò Peter, il biondo, e voleva acquistare diversi<br />
chili di marijuana. Mi venne il dubbio che fosse<br />
una trappola, ma mi lasciai impelagare nell’affare.<br />
Peter, però, lavorava per conto della polizia e così ci<br />
incastrò. Venimmo catturati e condotti alla centrale.<br />
Ci rinchiusero in celle d’isolamento. In cella fumai<br />
l’hashish che mi ero nascosto addosso. Nel cuore<br />
della notte mi interrogarono e io mi inventai qualche<br />
frottola. Poco dopo venni scarcerato. Era chiaro<br />
che da quel momento mi avrebbero controllato<br />
continuamente. Iniziava il gioco del gatto con il topo<br />
per cercare di beccare anche i pesci grossi. Quattro<br />
settimane dopo venni arrestato di nuovo. Per la prima<br />
volta mi trovai in custodia preventiva. Provai un<br />
senso di frustrazione e di depressione. Giurai di cambiare.<br />
Volevo diventare una persona perbene. Prima<br />
del processo mia madre mi portò dei vest<strong>it</strong>i pul<strong>it</strong>i e<br />
mi feci tagliare i capelli. Il giudice ne rimase pos<strong>it</strong>ivamente<br />
colp<strong>it</strong>o. Tuttavia finii in un carcere minorile.<br />
Iniziò l’odissea attraverso innumerevoli carceri nazionali<br />
e internazionali e diversi ospedali psichiatrici.<br />
Nella mia cella sognavo i miei eroi: Janis Joplin,<br />
Jim Morrison, gli Stones e Jimi Hendrix<br />
Essendo cresciuto in mezzo alla strada, anche in<br />
carcere seppi trarre vantaggio dai miei espedienti.<br />
Grazie alle mie buone prestazioni di lavoro, ottenni<br />
la scarcerazione anticipata. Tornai a Monaco immediatamente<br />
e ricominciai a frequentare il vecchio<br />
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