R.I.P. - Diotiama.it

ventato un fenomeno mondiale e i colori dell’Etiopia,
verde, giallo e rosso ora decorano braccialetti,
portafogli e pareti di stanze di tanti giovani di oggi.
Il suono solare della sua musica ricorda la spiaggia,
serate al mare e il gioco di Hacky. Si viene trasportati
dall’emozione dei Caraibi. L’estate saluta.
La musica di Bob Marley alimenta la speranza di
una pace tanto desiderata. Anche l’occidentale accoglie
le parole «peace and love» accompagnate da una
musica bella e coinvolgente finché non è obbligato
a fare delle rinunce. Anche i poliziotti e gli addetti
alla sicurezza si fanno trascinare dalla musica ipnotizzante,
anche se alla fine del concerto lo devono arrestare
perché lancia buste di hashish al pubblico. Le
canzoni «I Shot The Sheriff», «Three Little Birds»,
«Stir It Up» o «Redemption Song» gli preparano
la strada al mondo del Rock’n Roll Hall. Senza Bob
Marley l’ondata di Raeggy e Dancehall con Seed e
altri non ci sarebbe stato. La rivista Time Magazine
corona il suo album «Exodus» migliore album degli
ultimi 100 anni. La BBC sceglie la canzone «One
Love» come canzone del secolo.
I testi delle canzoni di Bob Marley parlano spesso
di temi spirituali, di diritti umani o problemi legati
al razzismo. Come figlio di una madre di colore e
un padre bianco incontra spesso un rifiuto da parte
di tutti e due i lati, vive i pregiudizi sulla sua pelle.
Facendo parte delle persone svantaggiate fa sentire
la sua voce anche in politica. Un giorno, prima di
suonare, precedentemente ad un discorso del primo
ministro giamaicano, Marley riceve una pistolettata
da un avversario politico. Il musicista sopravvive e si
esibisce nonostante la ferita.
Ha una predilezione per l’Africa, il continente dei
suoi antenati. È un grande contestatore dell’apartheid
in Sudafrica. Però la sua visita da Roberto
Mugabe fa già intendere, che non basta cantare
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