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Con la sua voce rauca e sensuale Janis Joplin toccava<br />
l’anima degli ascoltatori. La gente si sentiva<br />
compresa da quella cantante in pantaloni a zampa<br />
d’elefante, capace di comprime nelle sue corde vocali<br />
il desiderio e la sofferenza, generando un cocktail<br />
esplosivo che culminava in un parossismo acustico.<br />
Circondata dall’entusiasmo del pubblico partiva<br />
come un razzo, ag<strong>it</strong>ando la testa e scuotendo i<br />
capelli. Nell’estate dell’amore del 1967, durante il<br />
grande festival pop di Monterrey, riuscì a sfondare,<br />
diventando una stella della musica rock. La gente<br />
era affascinata da quella donna disinib<strong>it</strong>a che sembrava<br />
spuntata dalla vetrina di un bordello, pronta a<br />
scalfire il paradiso degli americani moralmente inib<strong>it</strong>i.<br />
Janis diventò la dea hippie da adorare. Nel giro<br />
di tre giorni il suo primo album diventò un vero<br />
successo.<br />
Non cercò mai di diventare un’icona sexy, anzi preferiva<br />
indossare collane chilometriche e mucchi di<br />
bracciali. Janis diventò il simbolo della donna indipendente<br />
e trovò una nuovissima schiera di seguaci:<br />
sebbene negli anni ’60 il sesso femminile in pubblico<br />
venisse cr<strong>it</strong>icato più duramente, la cantante divenne<br />
l’icona del femminismo, nonostante, o forse proprio<br />
grazie alle sue innumerevoli scappatelle amorose.<br />
Janis Joplin venne celebrata come una grande personal<strong>it</strong>à,<br />
eppure, quando calava il sipario, si sentiva<br />
sempre terribilmente giù e cercava conforto nella<br />
bottiglia di liquore che teneva costantemente con sé.<br />
Qualcosa non andava per il verso giusto<br />
Era famosa, eppure stava distruggendo la sua v<strong>it</strong>a.<br />
Janis beveva sempre di più. Spesso si esibiva tenendo<br />
in una mano il microfono e nell’altra un bicchiere<br />
di whisky. Quando un giornalista le chiese se fosse<br />
felice, lei eluse la domanda e rispose semplicemente:<br />
«Sono molto famosa».<br />
Janis custodiva dentro di sé il travaglio che provava<br />
per dover vendere se stessa in cambio dell’approvazione<br />
dei suoi fans, senza la quale non riusciva<br />
più a vivere. Il palcoscenico diventò il suo «contatto»<br />
con la v<strong>it</strong>a, ma anche il trampolino di lancio in<br />
una morte precoce. La caduta della grande stella era<br />
già programmata. Disperata e prigioniera cercò di<br />
stordirsi, sviluppando un desiderio insaziabile di<br />
droghe Nessuno la fermò durante quel suo viaggio<br />
suicida perché tutti traevano prof<strong>it</strong>to dalla cantante.<br />
Istintivamente, non prese mai LSD perché questo<br />
allucinogeno provocava disorientamento e, quindi,<br />
avrebbe accentuato maggiormente il senso di smarrimento<br />
che lei provava. Presto, però, si iniettò la<br />
sua prima dose di eroina. L’immagine della donnaccia<br />
insensibile, sboccata, ubriacona, eroinomane<br />
e sempre pronta a scopare offriva a Janis solo un<br />
sostegno apparente nella sua incessante ricerca di<br />
riconoscimento. Al festival di Woodstock si esibì in<br />
compagnia del suo nuovo gruppo, i «Kozmic Blues»,<br />
ma per lei il leggendario avvenimento si trasformò<br />
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