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La notte dei botti - Biagio Cepollaro, poesia

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Virtuale prendeva forma per l’occasione il sogno di sbarazzarsi una volta<br />

per tutte della realtà e indurre il sospetto che non fosse più possibile la<br />

distinzione…Monno pensava al Sandri e s’incazzava. Stufato del Tipo, delle<br />

sue macchinette…ora voglio sapere come la mette con le sue storie…anche<br />

all’inizio i futuristi s’arrapavano perché andavano a trenta chilometri all’ora,<br />

fascisti, chissà perché sono sempre fascisti questi che vogliono andare più<br />

veloce…e adesso li arrapa farsi le seghe col computer…ora se lo<br />

appoggiano sul coso che ci fa una bella scarica elettrica…si riscalda la<br />

resistenza…e godono come se fosse la fica…questi qui sono gli stessi degli<br />

oroscopi…di quello che ti mangi e non ti mangi…Dice che non ci sono più<br />

luoghi, che uno può stare qui o là che è lo stesso…però quando ti devono<br />

inculare, tu stai in un posto preciso…così quando si riesce a fare un bel<br />

casino, il casino non è per aria ma sulla terra, davanti a qualche merdaio,<br />

fabbrica o prefettura o stazione televisiva…<br />

Tra una buca ed un’altra Monno pensava all’abbondanza.<br />

E dentro tutta questa abbondanza immergerci la faccia come nella torta e<br />

leccare anche le briciole, insieme ad altri, che ce n’è per tutti. Ce n’è per<br />

tutti perché ora le torte le fanno le macchine e ne fanno tante che poi se sono<br />

troppe le devono gettare al cesso altrimenti non ci guadagnano più. Ce n’è<br />

per tutti di cozze, vongole, di alici marinate, di ostriche…<br />

Tra un auto rovesciata e un’altra Monno arriva al punto.<br />

Perché s’imboscano l’abbondanza e nessuno può vederla, come quando ci<br />

fanno il giardino e la foresta davanti alla casa, che uno non li vede quando<br />

stanno fuori d’estate e il fresco se lo pappano tutto loro, e la carne e il<br />

salame e il vino bianco tenuto fresco e i quadri se li pappano<br />

uguale…perché è bello dopo pappato mettersi a guardare un quadro, un<br />

film, mettersi a sentire della musica con il tempo davanti, che non devi<br />

andare subito a dormire sennò non ti svegli più. E così li vedi gli stronzi tutti<br />

abbronzati alla tivvù, calmi e pacati…Perché s’imboscano l’abbondanza<br />

insieme al nostro tempo: quintali di tempo nostro ce l’hanno sotto il<br />

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