La notte dei botti - Biagio Cepollaro, poesia
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Capitolo quattordicesimo<br />
E poi i Resistenti arrivano alla fine montando su <strong>dei</strong><br />
cavalli senza sella, montando in piedi, in piedi tenendo<br />
le briglie. E i cavalli sull’autostrada salteranno le<br />
carcasse di automobili, salteranno a gara i cadaveri ed<br />
entreranno in città. Cavalli dagli occhi miti ma dai<br />
muscoli poderosi e cavalieri con lunghe spade<br />
sguainate…<br />
Su quei cavalli monteranno Monno, Nanna, Sandri, i<br />
ragazzi del Centro riusciti a sfuggire…Centinaia di<br />
cavalli galoppanti per le strade, con gli zoccoli<br />
sull’asfalto, impennati e minacciosi davanti alle<br />
saracinesche chiuse <strong>dei</strong> negozi… Centinaia di cavalli e<br />
di cavalieri circonderanno tutti gli uffici,<br />
costringeranno tutti i Nocetti e tutti i Tirabuoni a<br />
scendere, ad offrire la loro resa incondizionata…<br />
I satelliti avranno visto i cavalli arrivare…Da lontano,<br />
da prati rinnovati da poco, da nuove colture fino ad<br />
allora segrete, da ogni parte cresciuti, allevati con<br />
cura i cavalli, tenuti nascosti e al riparo, addestrati<br />
alla <strong>notte</strong>, al caldo, al gelo, addestrati al<br />
combattimento e al gioco… E giocano, infatti,<br />
inerpicandosi sulle scale <strong>dei</strong> grandi magazzini, giocano<br />
toccandosi con le grandi teste, rotolandosi sull’erba.<br />
Cavalli flessuosi e inflessibili, spietati e<br />
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