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La notte dei botti - Biagio Cepollaro, poesia

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Capitolo quindicesimo<br />

Quello che Scriba sente adesso è puzza di bruciato. E’ quasi del tutto<br />

sveglio. <strong>La</strong> bici appoggiata alla scarpata, gocce di rugiada, profondo sonno<br />

per qualche ora. Quella che si sente adesso è puzza di bruciato e un dolore<br />

alle ossa che non provo neanche a muovermi.<br />

Giù dalla scarpata, verso un paese…<br />

Niente elicotteri, nessuno.<br />

Quello che c’è : orbite senza occhi, crateri fumanti, quello che resta, ossa e<br />

capelli, scarpe, borse fumanti nei crateri, lembi di vesti, occhiali, lattine nei<br />

crateri, lattine crepate, <strong>botti</strong>glie, vetri, lembi di vesti fumanti…<br />

Uno sparo. Eco di uno sparo. Bum! eco di un Bum!…Bum!…Bum!…<br />

Bum! attraverso l’asfalto, da scaglia a scaglia, da perla a perla, trafiggendo<br />

le croste, bucando le bucce, slittando sul dorso ondulato e coriaceo, nero e<br />

bianco catramato…<br />

Bum!<br />

Per la curva deformata del guardrail, rotola il sibilo, di sponda in sponda.<br />

Uno sparo che bucando la <strong>notte</strong> mette in allarme i casellanti, si allarga<br />

rovinoso tra i casolari…Pattuglie della Volante che prendono il volo, bum!<br />

E dove c’era la parlata fluente del conduttore e il loquace silenzio della<br />

valletta, lo sparo pietrifica la lingua. E dove c’era l’annuncio <strong>dei</strong> fortunati<br />

vincitori della lotteria, l’eco del sibilo cancella le matrici <strong>dei</strong> biglietti,<br />

sconvolge gli abbinamenti, fa schizzare lontano i numeri spaiati.<br />

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