Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
15 giugno 2011 ISOLA NOSTRA<br />
9<br />
Spettabile Redazione di <strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>,<br />
anni or sono nella chiesa di Sant’Eufemia a Grado ho per la<br />
prima volta incontrato i vostri associati, affettuosamente raccolti<br />
nel ricordo della vostra bella <strong>Isola</strong> e mi sono commosso<br />
per due motivi: per un ricordo dei bei tempi di scuola e per il<br />
fatto di essere veneto e di amare il Veneto.<br />
Nel 1943 frequentavo a Venezia il terzo anno del Liceo Artistico<br />
all’Accademia e nella mia classe ben quattro studenti provenivano<br />
dall’Istria, tutte bravissime persone e carissimi amici che<br />
hanno fatto onore all’Italia con la loro elevata statura culturale.<br />
Con loro ho sentito profondamente la tragedia della fine della<br />
guerra e il dolore per la perdita di tanti loro cari.<br />
Come studioso e artista, poi, non posso dimenticare che noi<br />
veneti provenivamo dall’Illiria, cioè dall’Istria e dalla Dalmazia,<br />
proprio da quelle terre che l’Italia ha abbandonato.<br />
Nel 1962, capitano richiamato, mi trovavo anche sul Tagliamento<br />
nei pressi di Gemona al comando di una Compagnia e<br />
dopo tre mesi di attesa di un ordine per partire verso l’Istria,<br />
il ministro Pella si tolse braghe e mutande… e fummo congedati<br />
tra la delusione generale. Ai miei ordini avevo la Compagnia<br />
Anche qui in Australia noi<br />
istriani abbiamo un’altra volta<br />
celebrato la Giornata del<br />
Ricordo e, ormai ottantenni<br />
e più, ci ricordiamo ancora di<br />
quando l’Istria viveva in pace<br />
prima delle vicende che ci<br />
hanno spinto in tutte le parti<br />
del mondo.<br />
Giorni fa ci è arrivato il numero<br />
di marzo di <strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>,<br />
che apriva con “Pasqua<br />
speranza nel mondo”: non ci<br />
resta che unirsi a don Pietro<br />
Zovatto e sperare… in un<br />
mondo migliore.<br />
Tornando a “<strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>”, le<br />
storie, commenti, memorie e<br />
foto che si trovano sulla rivista<br />
sono veramente interessanti<br />
e dimostrano l’amore dei<br />
figli di <strong>Isola</strong> per il loro paese,<br />
che hanno dovuto lasciare<br />
in circostanze così tragiche.<br />
<strong>Isola</strong> non è più quella di una<br />
volta ma vive nel ricordo di<br />
tutti i suoi figli e delle nuove<br />
generazioni che attraverso<br />
“<strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>” vengono a<br />
conoscenza delle usanze e<br />
tradizioni, con l’orgoglio che<br />
<strong>Isola</strong> abbia dato i natali a tanti<br />
campioni dello sport e a tante<br />
persone che “hanno lasciato il<br />
segno” nel tempo in cui sono<br />
vissute.<br />
E i 2125 abbonati sono sicuramente<br />
decisi a continuare<br />
questa missione di “conoscenza”<br />
e dividere fra loro queste<br />
emozioni e l’amor di patria.<br />
Un caro saluto da<br />
Mino Favretto, Australia<br />
Lettere in<br />
Redazione<br />
Comando con più di 600 uomini e una Compagnia del Genio,<br />
tutti veneti e coscienti di quanto ci poteva capitare.<br />
Ora da vecchio assisto ad un Veneto che sta perdendo la<br />
propria identità; pochi parlano veneto preferendo un talian<br />
sgrammaticato e pregno di frasi straniere. Venezia è ormai una<br />
città chiusa: dai duecentomila abitanti del 1942 ora ne conta<br />
55 mila… e in gran parte stranieri. Per questo dedico anche<br />
a voi il mio studio della nostra storia di veneti per tanti anni<br />
sottaciuta dallo stato italiano.<br />
Per i 200 anni della Società di Minerva ho anche eseguito<br />
la medaglia commemorativa che verrà esposta nel Museo di<br />
Trieste.<br />
Con affetto saluto tutti i vostri associati<br />
Prof. Clauco B. Tiozzo, Venezia<br />
Riflessioni durante i festeggiamenti per l'Unità d'Italia<br />
Anche qui in Canada, in questi momenti di celebrazione dei 150 anni dell’Unità della<br />
Nazione abbiamo seguito tutti gli eventi sui programmi di RAI International, ne siamo stati<br />
toccati e nello stesso tempo ci siamo sentiti orgogliosi di essere istriani di etnia italiana. Grazie<br />
Italia! Noi non ti critichiamo… anzi, direi che ne siamo fieri.<br />
E’ facile dire adesso che l’Italia non ci trattò bene… ma, secondo me, non è stato così. A<br />
guerra finita l’Italia era a pezzi, aveva pochi amici nell’ambito internazionale e tutti erano<br />
contro di noi in quanto eravamo un paese sconfitto. Ma l’Italia non ci abbandonò, anche se i<br />
problemi erano tantissimi.<br />
Non eravamo solo noi istriani ad aver bisogno di aiuto ma anche tutti quelli che vivevano<br />
nelle colonie. L’Italia non ci abbandonò. Tra mille difficoltà cercò di aiutare tutti. un piatto di<br />
minestra e un tetto, anche se precario, lo abbiamo avuto.<br />
Non dimentichiamo che l’Italia nel dopoguerra aveva il più grande Partito Comunista<br />
dell’Occidente, molto ostile a De Gasperi e molto amico di Tito. Eravamo considerati, noi<br />
istriani, nemici del popolo, quindi non capivamo il benessere del Socialismo di Tito, che tutto<br />
dava e nulla chiedeva… Noi, essendo italiani istriani, eravamo semplicemente bollati come<br />
fascisti… Ingoiammo bocconi amari, si fece di tutto per farci abbandonare le nostre terre, e<br />
lo abbiamo fatto...<br />
Forse in Italia non ci diedero molto in quei tempi, ma trovammo senz’altro quel senso di<br />
libertà, dove si poteva parlare, si poteva professare la propria religione, si poteva continuare<br />
a vivere con le nostre tradizioni, senza la paura di essere prelevati di notte e di non tornare<br />
più a casa. Con l’esodo dell’Istria molti di noi andarono oltre oceano, moltissimi rimasero<br />
in Italia. Sorsero intere cittadine e villaggi per sistemare la nostra gente, come Fertilia in<br />
Sardegna, il Villaggio Giuliano di Roma e i tanti borghi intorno a Trieste dedicati ai nostri<br />
Santi Patroni.<br />
Non mi sento e non posso criticare De Gasperi… Lui si trovò in mano un’Italia sconfitta<br />
e con la sua serietà e professionalità, tra mille difficoltà, dette al nostro Paese una nuova<br />
credibilità. Non credo affatto che ci vendette… ma semplicemente non aveva alcuna voce<br />
in capitolo in quella Conferenza della Pace di Parigi, dove tutti ci erano ostili. Quindi, altro<br />
che venduto…! Per me è stato uno statista di statura internazionale, un uomo che ha dato<br />
tanto al nostro Paese sia in campo nazionale che internazionale. Oggi l’Italia è una potenza<br />
economica mondiale che grazie alla sua creatività ha raggiunto livelli di eccellenza. Si può<br />
parlare, criticare, ognuno può esprimere le proprie idee senza nessuna paura… ma sotto Tito<br />
era così? Altro che libertà…<br />
Questo è il mio punto di vista, la pensavo così ieri e continuo a pensare così oggi. Auguri<br />
Italia, i tuoi figli lontani non ti dimenticano…<br />
Saluti dal Canada da<br />
Mario Lorenzutti,<br />
istriano, isolano, italiano, canadese