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15 giugno 2011 ISOLA NOSTRA<br />

5<br />

Esule in Patria, emigrante in Canada<br />

Sono nato a <strong>Isola</strong> d’Istria<br />

il 1° maggio del 1942,<br />

e siamo stati costretti<br />

a lasciare le nostre terre nel<br />

maggio del 1955.<br />

- Cosa succedeva al papà?<br />

Poteva lavorare? Il papà era<br />

pescatore, vero?<br />

Si, mi ricordo che il Governo<br />

faceva tutte le pressioni<br />

contro di noi perché eravamo<br />

italiani. Mio padre, quando<br />

andava a pescare, doveva<br />

andare alla Capitaneria di<br />

Porto e fare il permesso giornalmente…<br />

e doveva anche<br />

dare l’indicazione di quanto<br />

pensava di stare in mare,<br />

sennò il guardacoste jugoslavo<br />

sul motoscafo andava a<br />

bordo con il mitra puntato e<br />

ribaltava tutta la barca sino ai<br />

paglioli… sicché non si poteva<br />

neanche andare a lavorare<br />

con serenità.<br />

- Ho capito. Voi, signor<br />

Chelleri, siete andati ad abitare<br />

nel Campo Profughi,<br />

questo grande caseggiato a<br />

Barcola; lei aveva 13 anni…<br />

lì erano divisi le mogli da una<br />

parte e i mariti dall’altra. Lei<br />

dove l’hanno messa?<br />

Io avevo 13 anni, facevo<br />

parte degli uomini… fino<br />

ai 12 anni andavamo con la<br />

mamma, a 13 mi hanno messo<br />

in una baracca, dove prima<br />

dormivano i soldati inglesi.<br />

La baracca era divisa in due,<br />

dove ero io eravamo in 46 e<br />

l’altra parte in 18… avevamo<br />

due gabinetti alla turca e 3 o<br />

4 lavandini per lavarsi il viso.<br />

Per farsi la doccia ci davano<br />

l’acqua calda il sabato dalle<br />

12 alle 24. Se uno non poteva<br />

perché lavorava, andava alla<br />

doccia pubblica in Stazione<br />

Centrale… e pagavi 100 lire,<br />

come facevo io che ero apprendista<br />

falegname.<br />

- Come siete stati accolti<br />

a Barcola?<br />

Eh, siamo stati accolti<br />

come esuli… qualcuno pas-<br />

Intervista della giornalista RAI Biancastella Zanini a Elvio Chelleri<br />

Nella trasmissione radiofonica “Appuntamenti con la Storia”<br />

di venerdì 11 febbraio, in occasione del Giorno dei Ricordo,<br />

la RAI ha mandato in onda un’intervista al nostro concittadino<br />

Elvio Chelleri (manestra), emigrato in Canada da oltre<br />

cinquant’anni. L’intervista è stata rilasciata alla giornalista<br />

Biancastella Zanini, della Redazione RAI di Trieste, nell’ambito<br />

delle trasmissioni regionali per il Friuli Venezia Giulia.<br />

Le parole e il sentimento con il quale Elvio si è espresso mi<br />

sono apparse così toccanti che penso sia bello condividerle<br />

con i nostri lettori.<br />

Alessandra Zuliani Costanzo<br />

sava di là con i bambini, e<br />

se piangevano gli dicevano:<br />

“Sta bòn, se no te fazo ciapar<br />

dai esuli!”… e quei poveri<br />

vecchietti sul muro di questo<br />

caseggiato… eh, piangevano<br />

perché erano via da casa, avevano<br />

lasciato le loro case, le<br />

loro campagne. Che mestiere<br />

potevano fare se erano contadini,<br />

non avevano lavoro e<br />

ancora erano trattati in quel<br />

modo, perciò li vedevo con<br />

le lacrime agli occhi.<br />

- Signor Elvio… e il dolore<br />

della sua mamma?<br />

Mamma, poveretta…<br />

aspettavamo che ci portassero<br />

da mangiare con il camion<br />

dalla via Gambini, e quel<br />

mangiare… sa com’era, non<br />

<strong>Isola</strong> d'Istria, Molo Savoia<br />

era molto sostanzioso… e poi<br />

piano piano ci siamo organizzati<br />

nella mensa, dove ognuno<br />

preparava qualcosa per sé…<br />

e ci davano anche un piccolo<br />

aiuto, il “sussidio”.<br />

- Lei ha avuto un problema<br />

con la scuola in quanto<br />

l’esperienza che ha avuto<br />

ad <strong>Isola</strong> è stata deleteria:<br />

la chiamavano Chelleri il<br />

fascista...<br />

Quando andavo a scuola ad<br />

<strong>Isola</strong>, i maestri filo-titini mi<br />

trattavano molto male perché<br />

sapevano che mio padre non<br />

girava da quella parte, non<br />

si interessava di politica… e<br />

specialmente il Direttore era<br />

terribile… quando mancava<br />

un professore veniva lui,<br />

e se uno parlava un po’ - e<br />

specialmente se succedeva a<br />

me - mi diceva: “Chelleri fascista,<br />

fuori dalla porta!” e mi<br />

sbatteva fuori per un’ora… e<br />

così perdevo la lezione.<br />

- Ricorda il nome di quel<br />

Direttore?<br />

Si, Buonassisi. Direttore<br />

Buonassisi.<br />

- Signor Chelleri, lei poi è<br />

andato a lavorare come falegname<br />

e a 17 anni è andato<br />

a pescare con il papà?<br />

No, quando ho finito la<br />

scuola, e l’ho finita a Trieste,<br />

sono andato al Centro Addestramento<br />

di via dell’Istria,<br />

e ho fatto sei mesi alle serali<br />

per fare il falegname. Ho<br />

trovato lavoro a Barcola alla<br />

“Legnotecnica”, una fabbrica<br />

di serramenti. Lì sono stato<br />

otto mesi e mezzo, fino a ché<br />

hanno chiuso perché gli affari<br />

non andavano bene. Poi lavoravo<br />

da apprendista in via del<br />

Coroneo da Mario Picovic,<br />

una piccola falegnameria, e<br />

lì sono rimasto per un anno e<br />

mezzo… ma poi il mestiere di<br />

falegname non era più richiesto.<br />

Cominciava la plastica,<br />

così ho lasciato e sono andato

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